Vettel-Red Bull, ecco la storia di un matrimonio perfetto
Il tedesco bi-campione del mondo della F1 è dal 2009 sulla monoposto della scuderia austriaca: 12 pole su 15 quest'anno, il record di Mansell di 14 in una sola stagione è vicino. Binomio vincente, come tra Guardiola e il Barça nel calcio.
Che siano una coppia praticamente perfetta oramai non può metterlo in dubbio più nessuno. Il matrimonio tra Sebastian Vettel e la Red Bull è stato, a partire dal 2009, un escalation di soddisfazioni e vittorie. Un secondo posto in classifica mondiale per cominciare, un mondiale vinto sul filo di lana lo scorso anno, fino alla consacrazione che scotta ancora, quella di Suzuka.
Con la Red Bull e Adrian Newey, il tedesco ha trovato uno spirito di squadra e d'immaginazione paragonabile a pochi, paragonabile, passando dai circuiti ai campi di calcio, a quello che Guardiola è riuscito a costruire al Barcellona. Lo stesso della Ferrari qualcuno potrebbe dire, ed è vero, ma Newey ha in questo momento in mano il concetto totale sia della squadra che della macchina, ed è riuscito così a creare intorno a Vettel, come Pep ha fatto con Messi, le condizioni ideali per farlo giocare in maniera ottimale. E se l'argentino è il naturale erede di Maradona, lo stesso si può dire e si è sempre detto del piccolo fenomeno nei confronti di Schumacher.
Perchè è vero che la sintonia con la Red Bull è fondamentale, ma Seb, con la sua personale visione di gioco e della gara, quest'anno ha anche dato una tranquilla dimostrazione di potenza personale. Come Valentino Rossi ai tempi della Yamaha. Solo tre le stagioni di Vettel alla Red Bull - sette quelle di Rossi in Yamaha - ma si può parlare senz'ombra di dubbio di due combinazioni entrate di diritto nella storia mondiale del motociclismo una, della formula uno l'altra. Per lucida incoscienza e costante supremazia.
Un dato su tutti: 12 pole su 15 quest'anno, il record di Mansell di 14 in una sola stagione è sempre più vicino. Come dire, la costanza di realizzazione di Kobe Bryant ma seduti su una monoposto. Ma non è solo questione di risultati, perchè la voglia di stupire sempre -tutto e tutti - accomuna il tedesco della Red Bull al cestista americano. E se stiamo ancora cercando di capire se Kobe giocherà in Italia, anche solo per una notte, la possibilità di vedere Vettel di rosso vestito è per il momento solo un matrimonio da sogno. Ma sognare non è peccato, e soprattutto con loro è lecito farlo.
Il tedesco bi-campione del mondo della F1 è dal 2009 sulla monoposto della scuderia austriaca: 12 pole su 15 quest'anno, il record di Mansell di 14 in una sola stagione è vicino. Binomio vincente, come tra Guardiola e il Barça nel calcio.
Che siano una coppia praticamente perfetta oramai non può metterlo in dubbio più nessuno. Il matrimonio tra Sebastian Vettel e la Red Bull è stato, a partire dal 2009, un escalation di soddisfazioni e vittorie. Un secondo posto in classifica mondiale per cominciare, un mondiale vinto sul filo di lana lo scorso anno, fino alla consacrazione che scotta ancora, quella di Suzuka.
Con la Red Bull e Adrian Newey, il tedesco ha trovato uno spirito di squadra e d'immaginazione paragonabile a pochi, paragonabile, passando dai circuiti ai campi di calcio, a quello che Guardiola è riuscito a costruire al Barcellona. Lo stesso della Ferrari qualcuno potrebbe dire, ed è vero, ma Newey ha in questo momento in mano il concetto totale sia della squadra che della macchina, ed è riuscito così a creare intorno a Vettel, come Pep ha fatto con Messi, le condizioni ideali per farlo giocare in maniera ottimale. E se l'argentino è il naturale erede di Maradona, lo stesso si può dire e si è sempre detto del piccolo fenomeno nei confronti di Schumacher.
Perchè è vero che la sintonia con la Red Bull è fondamentale, ma Seb, con la sua personale visione di gioco e della gara, quest'anno ha anche dato una tranquilla dimostrazione di potenza personale. Come Valentino Rossi ai tempi della Yamaha. Solo tre le stagioni di Vettel alla Red Bull - sette quelle di Rossi in Yamaha - ma si può parlare senz'ombra di dubbio di due combinazioni entrate di diritto nella storia mondiale del motociclismo una, della formula uno l'altra. Per lucida incoscienza e costante supremazia.
Un dato su tutti: 12 pole su 15 quest'anno, il record di Mansell di 14 in una sola stagione è sempre più vicino. Come dire, la costanza di realizzazione di Kobe Bryant ma seduti su una monoposto. Ma non è solo questione di risultati, perchè la voglia di stupire sempre -tutto e tutti - accomuna il tedesco della Red Bull al cestista americano. E se stiamo ancora cercando di capire se Kobe giocherà in Italia, anche solo per una notte, la possibilità di vedere Vettel di rosso vestito è per il momento solo un matrimonio da sogno. Ma sognare non è peccato, e soprattutto con loro è lecito farlo.