Silvio Berlusconi si è dimesso: il passo indietro giunge alle 21.41 senza strappi rispetto a un copione ampiamente previsto. Con un solo fuori programma: una folla crescente che si raduna attorno ai luoghi simbolo della crisi, da Montecitorio al Quirinale, il teatro dell'epilogo del governo. E qui l'attesa per l'addio del premier è scandita dall'esecuzione dell'Hallelujah di Handel improvvisata da un gruppo di musicisti, mentre tricolori e bandiere europee punteggiano la folla. Cartelli beffardi, lanci di monetine e cori di chi grida «buffone, buffone» o intona l'inno di Mameli, accolgono poi l'arrivo del Cavaliere al Quirinale. Gli stessi cori che ne accompagnano l'uscita, un'ora dopo, da un accesso secondario prima della festa di piazza. Pierluigi Bersani commenta a caldo. «Oggi è una giornata di liberazione dell'Italia». Antonio Di Pietro gli fa eco. «Oggi è un giorno di liberazione, da domani sarà di ricostruzione».
Consultazioni al via domenica mattina alle 9
Nello stringato comunicato del Colle, reso noto a incontro concluso, arriva così l'ufficializzazione dell'uscita di scena di Berlusconi. «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi alle ore 21 al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, il quale, essendosi concluso l'iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di stabilità e del bilancio di previsione dello Stato, ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica, nel ringraziarlo per la collaborazione, si è riservato di decidere e ha invitato il Governo dimissionario a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni del capo dello Stato si svolgeranno nella giornata di domani». Si comincia alle 9 con i presidenti delle Camere per chiudere alle 16.30 con il Pd e subito dopo, alle 17.15, con la delegazione del Pdl.
Berlusconi, uscito tra le contestazioni da Palazzo Grazioli alle 20,50, è arrivato al Quirinale sette minuti dopo. Il corteo di auto del premier è entrato a fatica nella piazza del Quirinale perchè una folla di migliaia di persone l'ha occupata urlando “buffone, buffone” e “in galera”, come già avvenuto alla fine del Consiglio dei ministri.