La sfida dell'Olimpico è terminata 1-1 ma il capitano giallorosso, al rientro dal 1', si è fatto parare da Buffon il rigore del possibile successo. In rete De Rossi e Chiellini, i bianconeri raggiungono l'Udinese in vetta.
Il calcio, a volte, sa essere tremendamente beffardo. Difficile utilizzare un altro aggettivo per descrivere il pareggio tra Roma e Juventus, almeno dall'ottica dell'ambiente giallorosso. Il perché è presto detto: dopo una settimana segnata dalle polemiche sull'esclusione di Totti a Firenze e sulla presunta inadeguatezza di Luis Enrique al nostro calcio, ecco il più singolare dei rendez-vous. Contro la Juventus, infatti, è stato paradossalmente proprio il capitano a "tradire" la Roma, curiosamente nella partita in cui più si è vista la mano del tecnico: un rigore fallito, un successo che sfugge e l'amaro in bocca di una opportunità gettata alle ortiche.
Eppure, al netto degli errori (a proposito: ciclopico quello di Vidal, che ha di fatto regalato il gol del vantaggio a De Rossi), all'Olimpico si è intuito il significato dell'espressione "giocare al calcio". Per merito di Luis Enrique e di Conte, ma anche - topiche a parte - degli sciuponi Totti e Vidal, le due contendenti hanno pensato più a costruire che a distruggere, rendendo la sfida piacevole e aperta dal primo all'ultimo minuto. Ha cercato di vincere la Roma, lo ha fatto la Juve. Non ci è riuscito nessuno, ma pazienza: averci provato sino in fondo, alla fine, per entrambe può essere un motivo di vanto.
Di certo c'è che la Juventus, anche quando soffre e quando tutto sembra congiurare, continua a non perdere e, ora, condivide l'angusto monolocale del primo posto con l'Udinese, coinquilina che s'è ripresa il posto in casa: non fa rumore, la squadra di Guidolin, ma è sempre lì e adesso potrebbe quasi pensare di gettare la maschera e ammettere che farà di tutto per rimanerci. Anche perché, il 21 dicembre, ospiterà al Friuli proprio la Juve e non sarà certo una sfida fra Davide e Golia. La Roma, intanto, va avanti piano ma, questa volta, con una certezza in più: cos'ha in testa Luis Enrique, contro i bianconeri, si è visto con buona chiarezza. Basterà per mettere a tacere - o quantomeno narcotizzare - le voci di critici e detrattori?
Il calcio, a volte, sa essere tremendamente beffardo. Difficile utilizzare un altro aggettivo per descrivere il pareggio tra Roma e Juventus, almeno dall'ottica dell'ambiente giallorosso. Il perché è presto detto: dopo una settimana segnata dalle polemiche sull'esclusione di Totti a Firenze e sulla presunta inadeguatezza di Luis Enrique al nostro calcio, ecco il più singolare dei rendez-vous. Contro la Juventus, infatti, è stato paradossalmente proprio il capitano a "tradire" la Roma, curiosamente nella partita in cui più si è vista la mano del tecnico: un rigore fallito, un successo che sfugge e l'amaro in bocca di una opportunità gettata alle ortiche.
Eppure, al netto degli errori (a proposito: ciclopico quello di Vidal, che ha di fatto regalato il gol del vantaggio a De Rossi), all'Olimpico si è intuito il significato dell'espressione "giocare al calcio". Per merito di Luis Enrique e di Conte, ma anche - topiche a parte - degli sciuponi Totti e Vidal, le due contendenti hanno pensato più a costruire che a distruggere, rendendo la sfida piacevole e aperta dal primo all'ultimo minuto. Ha cercato di vincere la Roma, lo ha fatto la Juve. Non ci è riuscito nessuno, ma pazienza: averci provato sino in fondo, alla fine, per entrambe può essere un motivo di vanto.
Di certo c'è che la Juventus, anche quando soffre e quando tutto sembra congiurare, continua a non perdere e, ora, condivide l'angusto monolocale del primo posto con l'Udinese, coinquilina che s'è ripresa il posto in casa: non fa rumore, la squadra di Guidolin, ma è sempre lì e adesso potrebbe quasi pensare di gettare la maschera e ammettere che farà di tutto per rimanerci. Anche perché, il 21 dicembre, ospiterà al Friuli proprio la Juve e non sarà certo una sfida fra Davide e Golia. La Roma, intanto, va avanti piano ma, questa volta, con una certezza in più: cos'ha in testa Luis Enrique, contro i bianconeri, si è visto con buona chiarezza. Basterà per mettere a tacere - o quantomeno narcotizzare - le voci di critici e detrattori?