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La scienza dello yo-yo

La scienza dello yo-yo 28issu8

Altro che giocattoli. Gli yo-yo non sono più i divertenti gingilli di legno disegnati per correre avanti e indietro dalle vostre mani ma veri e propri gioielli dell’ingegneria. Negli ultimi anni, infatti, lo yo-yoing è diventato un vero e proprio sport professionistico e l’industria si è adeguata ricercando la perfezione. Per capirlo, basta fare due chiacchiere con la sud-africana Corli Du Toit, una giocatrice professionista che possiede una collezione di yo-yo assolutamente straordinaria: compararli a giocattoli è come mettere a confronto una macchina di Formula 1 con i go-kart.

“La maggior parte degli yo-yo oggi sono fatti di metallo o di un tipo di plastica chiamata Derlin", racconta la Du Toit a Wired UK: " L’obiettivo è ridurre la frizione e far sì che gli yo-yo girino il più a lungo possibile”. La chiave del successo, spiega la Du Toit, è nel peso. “ Extra-peso a livello dei cerchi esterni permette di far girare lo yo-yo più a lungo, ma bisogna stare attenti a non spingerlo troppo lontano, altrimenti inizia a tremare", dice la giocatrice, " l’equilibrio tra peso e design è il segreto che tutte le aziende vogliono tenere per sé”.

Non è un modo di dire. Le aziende che disegnano yo-yo sono piuttosto restie a parlare dei loro processi di produzione. Ciò che immettono nel mercato sono vere perle d’ingegneria, capaci di girare sul posto o incantarsi alla fine della corda permettendo a un giocatore esperto di stupire il pubblico coi più scenografici trucchetti. I moderni yo-yo hanno una sezione che assomiglia a una farfalla, sono fatti per lo più di alluminio e sono arricchiti da numerosi accessori. Per esempio, una specie di presa da attaccare all’estremità dell’asse di rotazione, così da poter tenere in mano lo yo-yo mentre gira. Anche per le corde c’è l’imbarazzo della scelta, e ognuna ha bisogno di essere lubrificata costantemente per mantenere al meglio le funzionalità. Non stupisce, quindi, che un singolo yo-yo può arrivare a costare persino 120 euro.

“Sono strumenti di precisione più che giocattoli”, ribadisce Simon Welch, il capo della British Yo-Yo Association che organizza competizioni in tutta la Gran Bretagna. Nelle gare, i giocatori competono in diverse categorie a seconda degli yo-yo che utilizzano. I premi in palio non sono alti, ma le gare sono frequenti ed esistono un sacco di aziende pronte a sponsorizzare i giocatori. E siamo solo all’inizio: lo yo-yoing, esploso soltanto nel 2003, è ancora uno sport relativamente giovane. La stessa Du Toit ha cominciato a giocare solo nel 2008 e quando le si domanda quanto tempo passa a liberare i fili dei suoi yo-yo dai grovigli che si formano sorride: “ Non si forma alcun groviglio con un solo yo-yo, ma se ne usi due…”. E intanto lancia in aria i suoi gioielli.

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