Il batterio che trasforma le alghe in biocarburanti
USA - Le alghe brune che crescono comunemente nei nostri mari possono diventare un'importante fonte di biocarburante. Questo grazie a un batterio molto comune che e' stato geneticamente modificato in modo da 'digerire' e trasformare in etanolo lo zucchero contenuto nelle alghe. La tecnica con cui e' stato ottenuto e' illustrata su Science dai ricercatori californiani del Bio Architecture Lab (BAL) di Berkeley.
''Circa il 60% della biomassa secca delle alghe e' costituita da zuccheri che possono fermentare, e circa la meta' di questi e' imprigionata in un solo carboidrato detto alginato'', spiega Daniel Trunfio, responsabile del Bio Architecture Lab. Per poter sfruttare questa importante materia prima, i ricercatori hanno pensato di utilizzare un batterio molto comune, l'Escherichia coli e ne hanno modificato il Dna rendendolo capace di produrre un enzima necessario a digerire l'alginato, oltre che una proteina di membrana che serve a catturare i pezzi dello zucchero digerito in modo da avviarli ad un processo di fermentazione che produce etanolo.
Si tratta di un passo avanti molto importante per la produzione di biocarburanti perche' le alghe sono la materia prima ideale per questa attivita': innanzitutto non sottraggono risorse all'agricoltura destinata a scopi alimentari, e poi hanno un contenuto di zuccheri molto elevato che favorisce un'ottima biomassa. Secondo i calcoli dei ricercatori, meno del 3% delle acque costiere potrebbe produrre alghe a sufficienza per avere una quantita' di biocarburante equivalente a oltre 200 miliardi di litri di combustibile fossile.
''Circa il 60% della biomassa secca delle alghe e' costituita da zuccheri che possono fermentare, e circa la meta' di questi e' imprigionata in un solo carboidrato detto alginato'', spiega Daniel Trunfio, responsabile del Bio Architecture Lab. Per poter sfruttare questa importante materia prima, i ricercatori hanno pensato di utilizzare un batterio molto comune, l'Escherichia coli e ne hanno modificato il Dna rendendolo capace di produrre un enzima necessario a digerire l'alginato, oltre che una proteina di membrana che serve a catturare i pezzi dello zucchero digerito in modo da avviarli ad un processo di fermentazione che produce etanolo.
Si tratta di un passo avanti molto importante per la produzione di biocarburanti perche' le alghe sono la materia prima ideale per questa attivita': innanzitutto non sottraggono risorse all'agricoltura destinata a scopi alimentari, e poi hanno un contenuto di zuccheri molto elevato che favorisce un'ottima biomassa. Secondo i calcoli dei ricercatori, meno del 3% delle acque costiere potrebbe produrre alghe a sufficienza per avere una quantita' di biocarburante equivalente a oltre 200 miliardi di litri di combustibile fossile.