TORINO, 26 marzo 2012
Un gol al Milan e uno all'Inter: Ale è stato ancora una volta determinante. E a una settimana dal match con il Napoli si candida da titolare.
Due gol in sei giorni. A Milan e Inter. Per riprendersi la "sua" Juventus, una volta di più. Alessandro Del Piero a 37 anni suonati riesce ancora a stupire. Eppure non dovremmo sorprenderci più. Le presenze in maglia bianconera sono 697, record ogni epoca, i gol 287, record ogni epoca, insomma ce n’è abbastanza per non ricascarci, nell’errore di sottovalutarlo. Eppure, siamo sinceri, chi pensava una settimana fa che il numero 10 bianconero, una rete segnata in stagione, in Coppa Italia alla Roma, si sarebbe caricato la squadra sulle spalle nel doppio impegno che metteva in palio, contro le rivali di sempre, la finale di Coppa Italia (raggiunta) e tre punti da portare a casa per forza, per rimanere in corsa per lo scudetto? Pochini, diciamo la verità.
SETTIMANA MAGICA — Eppure le cose sono andate proprio così. Gol che sblocca il risultato contro il Diavolo, linguaccia d’ordinanza, lo Juventus Stadium che canta "Un capitano, c’è solo un capitano". E quindi la qualificazione raggiunta ai supplementari, dopo che Conte lo aveva richiamato in panchina. Lui che poi ai microfoni sorride tanto ma dice poco, tenendo il profilo basso: "Siamo orgogliosi, questa finale raggiunta speriamo ci porti ancora più entusiasmo". Poi la promessa: "Faremo in modo di recuperare bene". Che a ripensarci ora suonava come una "minaccia" sportiva, in vista dell’Inter. Ma contro i nerazzurri partiva di nuovo dalla panchina, dopo la rara parentesi dal 1’, di Coppa. E allora era difficile immaginare tanta grazia persino per i suoi tifosi. E invece Conte lo manda dentro per Matri all’8 del secondo tempo, sullo 0-0, e lui al 26’ segna il 2-0 che chiude la partita. Movimento in verticale, da attaccante centrale, come lo era stato quello contro il Milan, allora appostato a centroarea, e gioco-partita-incontro per la Juve.
LE PAROLE DI ALE — Nel dopogara Ale è raggiante come pochi giorni fa. Ma forse più consapevole del suo ennesimo "gran momento". I gesti, ancora più che le parole, al solito, sono misurati, sembra quasi parli di un altro. Forse è uno dei tanti segreti del suo successo, il non abbattersi e il non esaltarsi: "La vittoria di questa sera ci fa gioire perché era una gara molto sentita a livello emotivo per noi e per i nostri tifosi. Poi il gol raddoppia la soddisfazione. I miei gol sono pochi, ma buoni, contro Roma, Milan e Inter? I gol, tanti o pochi, ti rendono sempre felice".
LE PAROLE DI CONTE — Il tecnico bianconero concede di più. Non è che abbia fatto giocare molto il suo capitano quest’anno: 20 presenze, solo 7 da titolare. Una sola volta in campo dall’inizio alla fine: contro il Bologna in Coppa Italia. Eppure Conte non si nasconde, gli rende merito: "E’ un campione, un valore aggiunto. Sono contento per lui. E’ in un momento in cui ci può aiutare. Quando vedo questo, io lo utilizzo".
LE PROSPETTIVE — Dichiarazione che ci proietta già a domenica, a Juventus-Napoli, altro partitone. Del Piero sarà titolare? A questo punto è quantomeno un’ipotesi plausibile. Borriello ha toppato nelle ultime uscite. Matri contro l’Inter ha sprecato un paio di occasioni gol. E quindi Del Piero, che sta bene e segna, "rischia" di diventare una candidatura obbligata per Conte, in chiave futura. E il ruolo da centravanti, che pure per ragioni fisiche (Ale non è un gigante, mettiamola così), avrebbe delle controindicazioni, in questo momento della carriera potrebbe essere il più appropriato per Del Piero: con la Juve che produce un gioco d’attacco, non deve sfiancarsi sugli esterni, e può rivelarsi micidiale sottoporta. Le cifre le trovate qualche riga più in su. Questa Juve con "la bava alla bocca" era già un bel rompicapo per Milan e Napoli (in proiezione doppia sfida, tra serie A e Coppa Italia). Con questo Del Piero lo è ancora di più. E, non ci cascate: se lo vedrete segnare presto, ancora, non sarà il caso di stupirsi.
Un gol al Milan e uno all'Inter: Ale è stato ancora una volta determinante. E a una settimana dal match con il Napoli si candida da titolare.
Due gol in sei giorni. A Milan e Inter. Per riprendersi la "sua" Juventus, una volta di più. Alessandro Del Piero a 37 anni suonati riesce ancora a stupire. Eppure non dovremmo sorprenderci più. Le presenze in maglia bianconera sono 697, record ogni epoca, i gol 287, record ogni epoca, insomma ce n’è abbastanza per non ricascarci, nell’errore di sottovalutarlo. Eppure, siamo sinceri, chi pensava una settimana fa che il numero 10 bianconero, una rete segnata in stagione, in Coppa Italia alla Roma, si sarebbe caricato la squadra sulle spalle nel doppio impegno che metteva in palio, contro le rivali di sempre, la finale di Coppa Italia (raggiunta) e tre punti da portare a casa per forza, per rimanere in corsa per lo scudetto? Pochini, diciamo la verità.
SETTIMANA MAGICA — Eppure le cose sono andate proprio così. Gol che sblocca il risultato contro il Diavolo, linguaccia d’ordinanza, lo Juventus Stadium che canta "Un capitano, c’è solo un capitano". E quindi la qualificazione raggiunta ai supplementari, dopo che Conte lo aveva richiamato in panchina. Lui che poi ai microfoni sorride tanto ma dice poco, tenendo il profilo basso: "Siamo orgogliosi, questa finale raggiunta speriamo ci porti ancora più entusiasmo". Poi la promessa: "Faremo in modo di recuperare bene". Che a ripensarci ora suonava come una "minaccia" sportiva, in vista dell’Inter. Ma contro i nerazzurri partiva di nuovo dalla panchina, dopo la rara parentesi dal 1’, di Coppa. E allora era difficile immaginare tanta grazia persino per i suoi tifosi. E invece Conte lo manda dentro per Matri all’8 del secondo tempo, sullo 0-0, e lui al 26’ segna il 2-0 che chiude la partita. Movimento in verticale, da attaccante centrale, come lo era stato quello contro il Milan, allora appostato a centroarea, e gioco-partita-incontro per la Juve.
LE PAROLE DI ALE — Nel dopogara Ale è raggiante come pochi giorni fa. Ma forse più consapevole del suo ennesimo "gran momento". I gesti, ancora più che le parole, al solito, sono misurati, sembra quasi parli di un altro. Forse è uno dei tanti segreti del suo successo, il non abbattersi e il non esaltarsi: "La vittoria di questa sera ci fa gioire perché era una gara molto sentita a livello emotivo per noi e per i nostri tifosi. Poi il gol raddoppia la soddisfazione. I miei gol sono pochi, ma buoni, contro Roma, Milan e Inter? I gol, tanti o pochi, ti rendono sempre felice".
LE PAROLE DI CONTE — Il tecnico bianconero concede di più. Non è che abbia fatto giocare molto il suo capitano quest’anno: 20 presenze, solo 7 da titolare. Una sola volta in campo dall’inizio alla fine: contro il Bologna in Coppa Italia. Eppure Conte non si nasconde, gli rende merito: "E’ un campione, un valore aggiunto. Sono contento per lui. E’ in un momento in cui ci può aiutare. Quando vedo questo, io lo utilizzo".
LE PROSPETTIVE — Dichiarazione che ci proietta già a domenica, a Juventus-Napoli, altro partitone. Del Piero sarà titolare? A questo punto è quantomeno un’ipotesi plausibile. Borriello ha toppato nelle ultime uscite. Matri contro l’Inter ha sprecato un paio di occasioni gol. E quindi Del Piero, che sta bene e segna, "rischia" di diventare una candidatura obbligata per Conte, in chiave futura. E il ruolo da centravanti, che pure per ragioni fisiche (Ale non è un gigante, mettiamola così), avrebbe delle controindicazioni, in questo momento della carriera potrebbe essere il più appropriato per Del Piero: con la Juve che produce un gioco d’attacco, non deve sfiancarsi sugli esterni, e può rivelarsi micidiale sottoporta. Le cifre le trovate qualche riga più in su. Questa Juve con "la bava alla bocca" era già un bel rompicapo per Milan e Napoli (in proiezione doppia sfida, tra serie A e Coppa Italia). Con questo Del Piero lo è ancora di più. E, non ci cascate: se lo vedrete segnare presto, ancora, non sarà il caso di stupirsi.