Si chiama Carlo Quarta. E' lui il "Mister X" individuato da Andrea Masiello durante l'interrogatorio con i pm di Bari. Il presunto emissario del Lecce è un esponente del centrodestra locale. "E' lui che ci ha comprato". Il calciatore inguaia anche Bonucci e Pepe. "Udinese-Bari è truccata". Conferma che il primo sapeva e il secondo fu raggiunto da una telefonata prima della partita. Il calcio pugliese e il rapporto con la mafia slava. Laudati e Angelillis puntano le società. E Cremona si prepara a tornare in primo piano...
INDIVIDUATO "MISTER X" - Il difensore ex Bari, ora all'Atalanta, ha individuato il presunto emissario del Lecce che avrebbe comprato con 300 mila euro i giocatori del Bari per perdere il derby che consentì alla squadra salentina di salvarsi. Si tratterebbe di Carlo Quarta, un giovane imprenditore candidato per il centrodestra alle elezioni comunali che si svolgeranno tra poco a Lecce. E' un amico storico dei figli di Semeraro, il patron del club giallorosso. Masiello lo ha riconosciuto in una foto che gli è stata mostrata dai pm Laudati e Angelillis durante uno dei tre interrogatori a cui è stato sottoposto nel giro di due giorni. E' stato un passaggio fondamentale, che ha contribuito alla scarcerazione del calciatore, che ora è stato messo ai domiciliari.
"UDINESE-BARI ERA TRUCCATA" - Masiello ha poi confermato che la partita tra pugliesi e friulani, risalente alla stagione 2009/2010 era combinata. L'ex capitano del Bari dice di essersi accordato per l'over (il match finì 3 a 3) con altri tre giocatori della squadra pugliese: Salvatore Masiello, Parisi (ora al Torino) e Leonardo Bonucci, attuale difensore della Juventus e della nazionale. Bonucci aveva smentito duramente questa accusa di fronte ai pm, ma Masiello insiste su questo elemento. E poi inguaia anche Pepe, almeno per omessa denuncia. Masiello conferma infatti che il suo omonimo Salvatore avrebbe chiamato Pepe, all'epoca in forza all'Udinese, con un telefono intestato a un amico albanese. Pepe gli avrebbe comunque risposto che non era interessato alla combine. Gli inquirenti cercano comunque una presunta "testa di ponte" tra i giocatori, o ex giocatori dell'Udinese. Coloro i quali venissero ritenuti colpevoli di omessa denuncia, comunque, rischierebbero una squalifica da sei mesi a un anno.
"LI' CI SONO DENTRO TUTTI, DAGLI IMPRENDITORI ALLA MAFIA" - Laudati e Angelillis prendono spunto dalla telefonata tra Marco Rossi, ex difensore del Bari ora al Cesena, e sua madre per il terzo filone della loro indagine. Dopo aver individuato il gruppo di scommettitori tra i giocatori e aver spostato l'obiettivo sulle società, la Procura si muoverà per capire meglio il ruolo giocato dalla malavita locale. Lo sfogo di Rossi in questo senso è emblematico. Intorno alle partite truccate si sarebbero mossi anche frange di tifosi della curva barese ed esponenti della criminalità organizzata. Tornano alla mente le parole di Laudati di qualche giorno fa: "I giocatori si vendevano al miglior offerente". Ecco, secondo la procura gli offerenti erano parecchi.
POLEMICHE SU CONTE - Nel frattempo proseguono le polemiche su Antonio Conte. L'allenatore della Juve che, ripetiamo ancora una volta, non è indagato né al momento sospettato di alcunché, è stato citato in un'intercettazione nella quale l'ex calciatore del Bari Bellavista fa il suo nome, chiedendo di sentirlo per capire se fosse "contrattabile" in occasione di Siena-Sassuolo. Alla fine a Conte sarebbe stato mandato un sms, ma al momento non ci sono riscontri e potrebbe essere anche una millanteria dell'interlocutore di Bellavista. La partita dello scorso campionato di Serie B, secondo gli inquirenti, è comunque "certamente truccata". All'epoca Conte era allenatore del Siena. Anche per questo, la Juventus non rischia assolutamente nulla, almeno a livello societario. Al massimo potrebbero essere passibili di squalifica i suoi tesserati, qualora fossero accertate loro responsabilità che al momento lo sono state.
AGNELLI: "CONTE E' UNA PERSONA INTEGRA" - Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha comunque voluto intervenire per difendere Conte: "Conosco da 20 anni il nostro allenatore" ha detto Agnelli, "e se è vero che ha alcuni difetti, Antonio Conte ha sicuramente due valori: è una persona integra e assolutamente leale".
CONTE: "E' TUTTA UNA BUFALA". Lo stesso allenatore della Juve, nella conferenza stampa della vigilia della partita di campionato contro il Palermo ha voluto commentare le voci emerse dall'inchiesta, respingendo al mittente qualsiasi sospetto: "Leggere una non notizia su diversi quotidiani nazionali mi fa sorridere. E' una bufala, non esiste nessuna telefonata, nessun messaggio ma questo fa capire tante cose. Non c'è niente da difendere. Non sono rimasto deluso, non sono arrabbiato e non sono neanche sorpreso. Perche' tutto questo fa parte del gioco. E' un gioco che non condivido, non è un bel gioco ma c'è. Alleno una grande squadra come la Juventus che ha fatto la storia del calcio e che è tornata, grazie a un grandissimo lavoro, a essere competitiva e che ha di nuovo la possibilità di scrivere la storia. Ci sono dentro questo gioco e devo accettare le cose belle e le cose brutte. E' una grande bufala ma si è dato risalto a una non notizia e questo deve far riflettere. Se pensate che questo possa far distogliere a me o alla squadra il pensiero dallo sfilare lo scudetto al Milan, assolutamente no, c'è grande concentrazione e non ci destabilizzerà niente". A chi gli domanda chi ci sia dietro la pubblicazione della telefonata fatta da Bellavista, il tecnico bianconero replica: "Era uscita già otto mesi fa. Queste sono indagini serie e bisogna aver rispetto per chi fa queste indagini, non bisogna speculare. Rivedere dopo 8 mesi il nulla sui giornali fa sorridere ma è una mancanza di rispetto verso la magistratura".
LA RABBIA DEI TIFOSI DEL BARI - I tifosi del Bari hanno espresso tutta la loro rabbia verso Andrea Masiello. Ad accompagnare il calciatore all'uscita dal carcere c'era uno striscione esposto da una ventina di tifosi: "Avete umiliato i nostri colori, venduto le nostre maglie, ammazzato la nostra passione e ridicolizzato le nostre lacrime. Bari vuole giustizia". Qualcuno si è lasciato sfuggire anche degli insulti: "Uccidetelo", "*****" e così via.
SEMERARO NON CI STA: "IL LECCE E' INNOCENTE" - Anche il patron del Lecce è intervenuto per difendere la sua società: "Dopo un esame attento delle dichiarazioni e degli estratti dei verbali riportati dalla stampa sulla presunta combine del derby dello scorso maggio, sento il bisogno di interrompere la gogna mediatica alla quale siamo stati esposti e che ha comportato un autentico massacro della nostra immagine". La nota scritta da Giovanni Semeraro prosegue: "L'U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni, parte delle quali anche confuse e contraddittorie, dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby, fino a prova contraria, è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra societ[/center]à".
INDIVIDUATO "MISTER X" - Il difensore ex Bari, ora all'Atalanta, ha individuato il presunto emissario del Lecce che avrebbe comprato con 300 mila euro i giocatori del Bari per perdere il derby che consentì alla squadra salentina di salvarsi. Si tratterebbe di Carlo Quarta, un giovane imprenditore candidato per il centrodestra alle elezioni comunali che si svolgeranno tra poco a Lecce. E' un amico storico dei figli di Semeraro, il patron del club giallorosso. Masiello lo ha riconosciuto in una foto che gli è stata mostrata dai pm Laudati e Angelillis durante uno dei tre interrogatori a cui è stato sottoposto nel giro di due giorni. E' stato un passaggio fondamentale, che ha contribuito alla scarcerazione del calciatore, che ora è stato messo ai domiciliari.
"UDINESE-BARI ERA TRUCCATA" - Masiello ha poi confermato che la partita tra pugliesi e friulani, risalente alla stagione 2009/2010 era combinata. L'ex capitano del Bari dice di essersi accordato per l'over (il match finì 3 a 3) con altri tre giocatori della squadra pugliese: Salvatore Masiello, Parisi (ora al Torino) e Leonardo Bonucci, attuale difensore della Juventus e della nazionale. Bonucci aveva smentito duramente questa accusa di fronte ai pm, ma Masiello insiste su questo elemento. E poi inguaia anche Pepe, almeno per omessa denuncia. Masiello conferma infatti che il suo omonimo Salvatore avrebbe chiamato Pepe, all'epoca in forza all'Udinese, con un telefono intestato a un amico albanese. Pepe gli avrebbe comunque risposto che non era interessato alla combine. Gli inquirenti cercano comunque una presunta "testa di ponte" tra i giocatori, o ex giocatori dell'Udinese. Coloro i quali venissero ritenuti colpevoli di omessa denuncia, comunque, rischierebbero una squalifica da sei mesi a un anno.
"LI' CI SONO DENTRO TUTTI, DAGLI IMPRENDITORI ALLA MAFIA" - Laudati e Angelillis prendono spunto dalla telefonata tra Marco Rossi, ex difensore del Bari ora al Cesena, e sua madre per il terzo filone della loro indagine. Dopo aver individuato il gruppo di scommettitori tra i giocatori e aver spostato l'obiettivo sulle società, la Procura si muoverà per capire meglio il ruolo giocato dalla malavita locale. Lo sfogo di Rossi in questo senso è emblematico. Intorno alle partite truccate si sarebbero mossi anche frange di tifosi della curva barese ed esponenti della criminalità organizzata. Tornano alla mente le parole di Laudati di qualche giorno fa: "I giocatori si vendevano al miglior offerente". Ecco, secondo la procura gli offerenti erano parecchi.
POLEMICHE SU CONTE - Nel frattempo proseguono le polemiche su Antonio Conte. L'allenatore della Juve che, ripetiamo ancora una volta, non è indagato né al momento sospettato di alcunché, è stato citato in un'intercettazione nella quale l'ex calciatore del Bari Bellavista fa il suo nome, chiedendo di sentirlo per capire se fosse "contrattabile" in occasione di Siena-Sassuolo. Alla fine a Conte sarebbe stato mandato un sms, ma al momento non ci sono riscontri e potrebbe essere anche una millanteria dell'interlocutore di Bellavista. La partita dello scorso campionato di Serie B, secondo gli inquirenti, è comunque "certamente truccata". All'epoca Conte era allenatore del Siena. Anche per questo, la Juventus non rischia assolutamente nulla, almeno a livello societario. Al massimo potrebbero essere passibili di squalifica i suoi tesserati, qualora fossero accertate loro responsabilità che al momento lo sono state.
AGNELLI: "CONTE E' UNA PERSONA INTEGRA" - Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha comunque voluto intervenire per difendere Conte: "Conosco da 20 anni il nostro allenatore" ha detto Agnelli, "e se è vero che ha alcuni difetti, Antonio Conte ha sicuramente due valori: è una persona integra e assolutamente leale".
CONTE: "E' TUTTA UNA BUFALA". Lo stesso allenatore della Juve, nella conferenza stampa della vigilia della partita di campionato contro il Palermo ha voluto commentare le voci emerse dall'inchiesta, respingendo al mittente qualsiasi sospetto: "Leggere una non notizia su diversi quotidiani nazionali mi fa sorridere. E' una bufala, non esiste nessuna telefonata, nessun messaggio ma questo fa capire tante cose. Non c'è niente da difendere. Non sono rimasto deluso, non sono arrabbiato e non sono neanche sorpreso. Perche' tutto questo fa parte del gioco. E' un gioco che non condivido, non è un bel gioco ma c'è. Alleno una grande squadra come la Juventus che ha fatto la storia del calcio e che è tornata, grazie a un grandissimo lavoro, a essere competitiva e che ha di nuovo la possibilità di scrivere la storia. Ci sono dentro questo gioco e devo accettare le cose belle e le cose brutte. E' una grande bufala ma si è dato risalto a una non notizia e questo deve far riflettere. Se pensate che questo possa far distogliere a me o alla squadra il pensiero dallo sfilare lo scudetto al Milan, assolutamente no, c'è grande concentrazione e non ci destabilizzerà niente". A chi gli domanda chi ci sia dietro la pubblicazione della telefonata fatta da Bellavista, il tecnico bianconero replica: "Era uscita già otto mesi fa. Queste sono indagini serie e bisogna aver rispetto per chi fa queste indagini, non bisogna speculare. Rivedere dopo 8 mesi il nulla sui giornali fa sorridere ma è una mancanza di rispetto verso la magistratura".
LA RABBIA DEI TIFOSI DEL BARI - I tifosi del Bari hanno espresso tutta la loro rabbia verso Andrea Masiello. Ad accompagnare il calciatore all'uscita dal carcere c'era uno striscione esposto da una ventina di tifosi: "Avete umiliato i nostri colori, venduto le nostre maglie, ammazzato la nostra passione e ridicolizzato le nostre lacrime. Bari vuole giustizia". Qualcuno si è lasciato sfuggire anche degli insulti: "Uccidetelo", "*****" e così via.
SEMERARO NON CI STA: "IL LECCE E' INNOCENTE" - Anche il patron del Lecce è intervenuto per difendere la sua società: "Dopo un esame attento delle dichiarazioni e degli estratti dei verbali riportati dalla stampa sulla presunta combine del derby dello scorso maggio, sento il bisogno di interrompere la gogna mediatica alla quale siamo stati esposti e che ha comportato un autentico massacro della nostra immagine". La nota scritta da Giovanni Semeraro prosegue: "L'U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni, parte delle quali anche confuse e contraddittorie, dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby, fino a prova contraria, è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra societ[/center]à".