Tradì il boss, il clan la uccide
Ndrangheta: 12 arresti per l'omicidio.
Aveva tradito la famiglia ed è stata uccisa. È stato questo il motivo alla base dell’omicidio di Angela Costantino, assassinata nel 1994 a Reggio Calabria per una relazione extraconiugale avuta mentre il marito, Pietro Lo Giudice, 46 anni, figlio del boss Giuseppe e fratello di Vincenzo, era detenuto in carcere.
IN CARCERE IN 12 PERSONE. La squadra mobile reggina, grazie alle rivelazioni di alcuni pentiti tra cui Maurizio Lo Giudice, fratello del boss Nino, anche egli pentito, ha scoperto i tre presunti responsabili dell'omicidio della donna, arrestati nell'ambito dell'operazione che ha portato nella mattinal del 14 aprile all'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare.
IL CADAVERE MAI TROVATO. Dell'omicidio di Angela Costantino, il cui cadavere non è mai stato trovato, sono accusati Vincenzo Lo Giudice, 51 anni, fratello di Nino e considerato uno dei capi della cosca; il cognato Bruno Stilo (51) e il nipote Fortunato Pennestrì (38).
ERA LA NUORA DEL BOSS. Il marito di Angela Costantino, Pietro Lo Giudice, 46 anni, è considerato uno dei principali protagonisti della guerra di mafia registratasi a Reggio Calabria tra la metà degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Angela Costantino, madre di quattro figli, era scomparsa mentre si stava recando a trovare il marito detenuto nel carcere di Palmi, fu uccisa perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto. Comportamento che avrebbe indotto i capi della cosca Lo Giudice a ordinarne l'uccisione. Due giorni dopo la scomparsa della donna, a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), fu ritrovata la Fiat Panda con cui la donna si stava recando da Reggio Calabria a Palmi.
FATTA LUCE SULL'OMICIDIO. «Fu nell'ambito di un accordo di famiglia all'interno della cosca Lo Giudice che venne decisa l'eliminazione di Angela Costantino». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, nel corso della conferenza stampa sull'arresto di 12 affiliati alla cosca Lo Giudice.
«I risultati dell'indagine», ha aggiunto Sferlazza, «hanno consentito di fare luce su un orribile omicidio motivato dal fatto che Costantino, moglie di Pietro Lo Giudice e madre di quattro figli, fu punita perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto».
LA DONNA STRANGOLATA IN CASA. Secondo quanto spiegato dal procuratore, «Costantino fu strangolata in casa e il suo corpo fatto sparire». «Fin dall'inizio non convinse l'ipotesi di un allontanamento spontaneo della donna», ha continuato Sferlazza, «le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su questa vicenda si sono riscontrate reciprocamente, soprattutto perché caratterizzate dall'autonomia e dalla spontaneità, ma anche perché le loro fonti di informazione si sono dimostrate particolarmente qualificate perché provenienti dagli stessi protagonisti del gravissimo fatto».
Ndrangheta: 12 arresti per l'omicidio.
IN CARCERE IN 12 PERSONE. La squadra mobile reggina, grazie alle rivelazioni di alcuni pentiti tra cui Maurizio Lo Giudice, fratello del boss Nino, anche egli pentito, ha scoperto i tre presunti responsabili dell'omicidio della donna, arrestati nell'ambito dell'operazione che ha portato nella mattinal del 14 aprile all'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare.
IL CADAVERE MAI TROVATO. Dell'omicidio di Angela Costantino, il cui cadavere non è mai stato trovato, sono accusati Vincenzo Lo Giudice, 51 anni, fratello di Nino e considerato uno dei capi della cosca; il cognato Bruno Stilo (51) e il nipote Fortunato Pennestrì (38).
ERA LA NUORA DEL BOSS. Il marito di Angela Costantino, Pietro Lo Giudice, 46 anni, è considerato uno dei principali protagonisti della guerra di mafia registratasi a Reggio Calabria tra la metà degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Angela Costantino, madre di quattro figli, era scomparsa mentre si stava recando a trovare il marito detenuto nel carcere di Palmi, fu uccisa perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto. Comportamento che avrebbe indotto i capi della cosca Lo Giudice a ordinarne l'uccisione. Due giorni dopo la scomparsa della donna, a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), fu ritrovata la Fiat Panda con cui la donna si stava recando da Reggio Calabria a Palmi.
FATTA LUCE SULL'OMICIDIO. «Fu nell'ambito di un accordo di famiglia all'interno della cosca Lo Giudice che venne decisa l'eliminazione di Angela Costantino». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, nel corso della conferenza stampa sull'arresto di 12 affiliati alla cosca Lo Giudice.
«I risultati dell'indagine», ha aggiunto Sferlazza, «hanno consentito di fare luce su un orribile omicidio motivato dal fatto che Costantino, moglie di Pietro Lo Giudice e madre di quattro figli, fu punita perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto».
LA DONNA STRANGOLATA IN CASA. Secondo quanto spiegato dal procuratore, «Costantino fu strangolata in casa e il suo corpo fatto sparire». «Fin dall'inizio non convinse l'ipotesi di un allontanamento spontaneo della donna», ha continuato Sferlazza, «le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su questa vicenda si sono riscontrate reciprocamente, soprattutto perché caratterizzate dall'autonomia e dalla spontaneità, ma anche perché le loro fonti di informazione si sono dimostrate particolarmente qualificate perché provenienti dagli stessi protagonisti del gravissimo fatto».