C'è l'Eire: vietato fallire, obbligatorio sperare
L'Italia deve travolgere l'Irlanda e augurarsi che, a Danzica, il biscotto non sia già in forno.
Vincere, travolgere l'Irlanda segnando almeno tre reti. Per continuare il sogno europeo, per regalare agli italiani, costretti tra Imu e crisi, ancora qualche giorno di gioia, di gloria. La Nazionale di Prandelli deve fare quello che ancora non le è riuscito: segnare tanto e non deconcentrarsi mai. Il ct cambia modulo e giocatori e carica la squadra. Sperando di regalare un urlo di gioia ai tifosi azzurri.
L'Italia non vince una partita della fase finale di Europei o Mondiali dal 17 giugno 2008. Ieri ha festeggiato, si fa per dire, i quattro anni. Troppi per una squadra che solo sei anni fa, anche se sembra trascorsa una vita, alzava nel cielo di Berlino la Coppa del mondo.
Vincere con l'Irlanda è un imperativo. Nessun altro risultato, infatti, classifica alla mano, potrebbe premiare gli Azzurri. Neanche con i tre punti in tasca, però, si potrà stare tranquilli. Un occhio sarà inevitabilmente rivolto a Danzica dove Spagna e Croazia hanno promesso di fronteggiarsi a viso aperto, senza accordi sottobanco. Dove, però, il biscotto potrebbe già essere in forno. L'occasione fa l'uomo ladro: finisse 2-2, spagnoli e croati andrebbero a braccetto ai quarti di finale mentre gli Azzurri tornerebbero a casa.
Ci siamo già passati: correva l'anno 2004. Il torneo era, come oggi, quello continentale. Giovanni Trapattoni non sedeva sulla panchina dell'Irlanda ma su quella del suo Paese. Nell'ultima partita del Girone C, altra scomoda analogia, l'Italia batteva la Bulgaria. Ma non fu sufficiente: il 2-2 tra Danimarca e Svezia ci costrinse infatti a tornare a casa controvoglia e anzitempo.
Due anni fa, ai mondiali 2010, andò ancora peggio: l'Italia chiuse il girone senza mai vincere e non si qualificò agli ottavi di finale.
Meglio allora tornare ai già citati Europei del 2008. La situazione, per gli Azzurri di Donadoni, era ancora più difficile: esordio con sconfitta contro l'Olanda; pareggio incolore con la Romania. Poi la grande vittoria contro la Francia, un 2-0 secco. E la qualificazione ai quarti di finale.
L'Italia deve travolgere l'Irlanda e augurarsi che, a Danzica, il biscotto non sia già in forno.
L'Italia non vince una partita della fase finale di Europei o Mondiali dal 17 giugno 2008. Ieri ha festeggiato, si fa per dire, i quattro anni. Troppi per una squadra che solo sei anni fa, anche se sembra trascorsa una vita, alzava nel cielo di Berlino la Coppa del mondo.
Vincere con l'Irlanda è un imperativo. Nessun altro risultato, infatti, classifica alla mano, potrebbe premiare gli Azzurri. Neanche con i tre punti in tasca, però, si potrà stare tranquilli. Un occhio sarà inevitabilmente rivolto a Danzica dove Spagna e Croazia hanno promesso di fronteggiarsi a viso aperto, senza accordi sottobanco. Dove, però, il biscotto potrebbe già essere in forno. L'occasione fa l'uomo ladro: finisse 2-2, spagnoli e croati andrebbero a braccetto ai quarti di finale mentre gli Azzurri tornerebbero a casa.
Ci siamo già passati: correva l'anno 2004. Il torneo era, come oggi, quello continentale. Giovanni Trapattoni non sedeva sulla panchina dell'Irlanda ma su quella del suo Paese. Nell'ultima partita del Girone C, altra scomoda analogia, l'Italia batteva la Bulgaria. Ma non fu sufficiente: il 2-2 tra Danimarca e Svezia ci costrinse infatti a tornare a casa controvoglia e anzitempo.
Due anni fa, ai mondiali 2010, andò ancora peggio: l'Italia chiuse il girone senza mai vincere e non si qualificò agli ottavi di finale.
Meglio allora tornare ai già citati Europei del 2008. La situazione, per gli Azzurri di Donadoni, era ancora più difficile: esordio con sconfitta contro l'Olanda; pareggio incolore con la Romania. Poi la grande vittoria contro la Francia, un 2-0 secco. E la qualificazione ai quarti di finale.