Dietro l'iPad il vuoto
Partiamo dai numeri, innanzitto. Che ci dicono che allo stato attuale più di un tablet su due ha una mela stampigliata sul retro. E che nessuno dei vari simil-iPad oggi sul mercato è riuscito ad affermarsi come alternativa seria e credibile alla tavoletta di Cupertino.L’unico dispositivo ad andare in doppia cifra (iPad a parte, naturalmente) è stato il Kindle Fire, il tablet low-cost di Amazon (basato su una versione camuffata di Android) che nell’ultimo trimestre dello scorso anno è stato venduto in 15,4 milioni di esemplari (a conti fatti si tratta del 16,8% del mercato).
Se Amazon è riuscita ad arrivare a tanto, si sono detti ai piani alti di Mountain View, noi possiamo fare di meglio, se non altro perché abbiamo il controllo del software (Android). Ecco quindi il Nexus 7, il prodotto che segna l’ingresso ufficiale di Google in un mercato nel quale finora ha sonnecchiato (Ice Cream Sandwich è un buon sistema operativo per il mondo smartphone ma non si può dire altrettanto per ciò che concerne i tablet).
La grande G ci entra in punta di piedi e partendo dal basso (una strategia che con gli smartphone tutto sommato ha funzionato), ma soprattutto utilizzando armi differenti rispetto a quelle messe in campo da Apple. Il formato da 7 pollici (più sacrificato ma anche più pratico rispetto al 10 pollici dell’iPad) e soprattutto il prezzo del nuovo Nexus 7 (199 euro per la versione base) sono leve importanti che possono solleticare l’interesse di chi, fino all’altro ieri, pensava di poter fare a meno di un tablet. La partnership con Asus (la società che fornisce nella fattispecie tutta la parte hardware) completa il quadro, smorzando sul nascere tutti i dubbi di chi pensa che un tablet da 199 euro non sia un buon tablet.
Per capire quali sono le reali ambizioni di Google, però, bisognerà però capire come se la cava in concreto la nuova release di Android: Jelly Bean. Si dice che il nuovo OS sia più veloce e fluido del precedente, e che grazie alle nuove funzionalità di ricerca vocale in stile Siri, possa conquistarsi molte simpatie anche fra gli utenti meno tecnofili. Vedremo.
Anche Microsoft punta sui fattori differenzianti: la tastiera-cover che trasforma il dispositivo da tablet a laptop in meno di un secondo e il sistema operativo che fa un tutt’uno col mondo dei PC fissi e delle sue applicazioni (comprese quelle per lavorare) sono cose che solo Microsoft può permettersi in questo momento. Fondamentale, però, sarà la decisione sul posizionamento di prezzo. Ché superare la soglia (psicologica oltre che commerciale) dei 500 euro potrebbe far scendere l’ormone a tutti quelli che dopo la presentazione di Sinofsky (contrattempi a parte) pensavano di aver finalmente trovato il dispositivo definitvo.
Panorama.it