La notizia nel piccolo centro friulano di Remanzacco (Udine) è di quelle che fanno scalpore. Un uomo Fabio Fadon, di 42 anni, che non si rassegnava alla fine della sua storia d'amore, dopo aver cercato per tutta la notte di parlare con la sua ex, è andato sotto casa di lei, nella piccola frazione di Remanzacco e si è ucciso con un colpo di pistola. Il titolare del bar, che conosceva l'uomo, appena tornato da una domenica al mare, passato nel locale a controllare frigoriferi e merce, rimane di sasso alla notizia, non vuole crederci. «Forse il caldo, forse… una forma di depressione», tenta di spiegare a se stesso il commerciante. Conosceva bene Fabio, 42 anni ben portati, che abitava nella frazione di Orzano, e al bar andava spesso a bere una birra. All'apparenza, non aveva nessuna voglia di morire, anzi. Altre persone del paese confermano questo atteggiamento, lo definiscono persona socievole, allegra. Soprattutto, equilibrata. Faceva il magazziniere e lavorava al mercato ortofrutticolo nella zona industriale di Udine, appassionato di caccia, viene descritto come un uomo dotato di «buona filosofia» di vita. Invece, la separazione e la conclusione del rapporto con la ragazza di Remanzacco, a tre chilometri da Orzano, deve aver cambiato qualcosa nella sua psicologia. E probabilmente la lettera ricevuta poco tempo fa dalla ex fidanzata, che sanciva la fine del rapporto, senza alcun appello, deve essere stata vissuta come una sentenza inappellabile. Fabio ha tentato più volte di mettersi in contatto con lei, lo ha fatto anche per tutta la notte scorsa. Le ha inviato sms, ha provato a telefonarle, è perfino andato a casa sua, ha citofonato, provato e riprovato. Ma non è riuscito a parlarle, a sentire la sua voce, non ha potuto provare a spiegarsi. All'alba, intorno alle cinque, con una pistola in pugno, legalmente detenuta, si è piazzato in strada davanti a casa di lei. Un solo colpo, al petto, ha squarciato il silenzio dell'alba della tranquilla periferia friulana. Mentre lui si accasciava, morto sul colpo, in casa si svegliavano, si allarmavano, telefonavano ai carabinieri, che in pochi minuti erano sul posto.