E' vero che la «ripresa non la si vede nei numeri ma io invito a constatare che la ripresa, se riflettiamo un attimo, è dentro di noi ed è una cosa che adesso è alla portata del nostro paese e credo anche che arriverà presto». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti in un'intervista al Tg Norba 24.
«Quest'anno - ha sottolineato il premier - questa prospettiva è decisamente allontanata, siamo tra i paesi che decidono insieme in Europa come risolvere il problema greco, siamo reinseriti in un circuito di decisioni, siamo rispettati. Questo non è piovuto dal cielo, questo è stato il risultato - ha detto Monti - di una presa di coscienza da parte della classe politica, da parte del governo, da parte dei cittadini della necessità di mettere su una base più sicura l'economia italiana, di togliere alcune deviazioni rispetto alla saldezza di lungo periodo. Questo naturalmente ha comportato, ed era inevitabile, dei sacrifici».
Quindi l'appello alle parti sociali: «Molto della sorte dei lavoratori, degli imprenditori e del Paese è nelle loro mani e non solo e non tanto nelle mani del governo». Secondo il capo del governo, finora «poco è stato fatto in materia di costo del lavoro per unità di prodotto, innovazione nei meccanismi di determinazione di salari, recuperi di produttività, tutte cose che sono fondamentali per rendere più competitiva l'economia italiana».
Il premier è poi tornato anche a parlare dell'urgenza di una legge elettorale «che dia stabilità ai governi». «Io non sono propriamente un tecnico delle istituzioni politiche, un tecnico di legge elettorale. In Italia e a Roma - ha continuato Monti - non mancano, non manca certo il know how per queste cose, anzi se mai ce n'è troppo». «È vero che lei non mi ha mai sentito dire "vorrei questa legge elettorale" però - ha detto Monti rivolgendosi all'intervistatore - mi avrà sentito spesso dire, echeggiando le parole del Presidente della Repubblica, che vorrei che ci fosse presto una buona legge elettorale e questo, io che sono costretto a dialogare molto anche con gli altri paesi, lo sento come un'esigenza molto percepita all'estero dove, bontà loro, sono per lo più positivi su quello che in questi mesi si è fatto in Italia, ma non amano avere una totale incertezza su quello che accadrà dopo».
«All'estero - ha spiegato Monti - non interessa tanto sapere chi governerà dopo, ma se la politica in Italia recupererà un grado di responsabilità e di capacità decisionale come quella che è necessaria per governare un paese moderno e uscire definitavamente da una situazione di crisi». «Da questo punto di vista - ha chiarito Monti - una legge elettorale che dia voce ai cittadini, alle scelte dei cittadini e che consenta il formarsi di governi in grado di governare e non necessariamente composti da un numero elevatissimo di forze, poi inconciliabili tra loro nell'azione di governo, sono aspetti che il buon senso italiano e il buon senso straniero vorrebbe vedere in una legge elettorale».
«Come vede - ha concluso il premier - ho continuato a non dire come vorrei che fosse fatta ma a sottolineare quali aspetti del risultato mi sembrano importanti». Infine, all'ennesima domanda sull'ipotesi di un Monti-bis il premier ha risposto con una battuta: «Mi sembra che sia meglio che io mi sforzi di contribuire fino all'ultimo minuto al buon andamento del governo "Monti-non bis" e poi altri penseranno a cosa vorranno che succeda dopo».