Da sempre Electronic Arts è convinta della necessità di non lasciare morire d'inedia il marchio Medal of Honor e dopo il piacevole Airborne targato 2007, sono dovuti passare tre anni per un reboot in chiave moderna della serie.
Medal of Honor 2010 era un titolo discreto in single player ma incapace di contrastare la complessità e la frenesia di Call of Duty sul fronte dell'online, a causa di una realizzazione che non ha apportato novità nell'affollatissimo genere degli sparatutto dedicati alla guerra moderna. Dopo due anni e l'uscita di Black Ops, Modern Warfare 3 e Battlefield 3, EA ha deciso di foraggiare i californiani di Danger Close per completare l'accerchiamento di Activision e affrontare Call of Duty sul suo stesso terreno. Eccoci quindi a parlare di questo Medal of Honor Warfighter esclusivamente in versione PC, questo perché la versione console a nostro avviso necessita di una trattazione a parte e vogliamo dedicarle qualche giorno di testing supplementare.Partiamo subito dicendo che fin dal menu principale si confermano tutti i cliché dei migliori (e peggiori) sparatutto bellici degli ultimi anni: una campagna single player breve ma intensa si affianca a un multiplayer basato sulle armi ed equipaggiamenti dei migliori eserciti moderni. Nel primo caso la trama vede un gruppo di operatori delle forze speciali americane alle prese con la consueta cellula di terroristi mediorientali da inseguire in ogni parte del mondo, prima che compiano indicibili crimini contro bersagli occidentali. I personaggi principali hanno un volto e un nome ma è chiaro fin dalle prime cutscene che mancano di una certa personalità.
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