Corte dei Conti: non spettano alla Margherita i 16 milioni che erano finiti nelle mani dell'ex tesoriere
ROMA - Sedici milioni di euro. È la somma che l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, restituirà allo Stato. I rimborsi elettorali usati dall'ex senatore per comprarsi beni mobili e immobili finiranno all'erario e non al partito al quale li ha sottratti: lo ha deciso la Corte dei Conti, basandosi su un'istanza presentata dallo stesso Lusi poco più di quattro mesi fa.
LO «SCONTO» - L'ex tesoriere accusato di appropriazione indebita, oltre a essere stato rinviato a giudizio (il processo è in corso, mentre la moglie Giovanna Petricone ha patteggiato un anno di pena), è anche stato citato dalla magistratura contabile per un danno erariale di oltre 22 milioni (22.810.200 ). Lusi ha ammesso «la propria responsabilità amministrativa» e non ha contestato «il danno derivante dalla sua illecita gestione dei fondi» della Margherita, scrivono il presidente della sezione giurisdizionale del Lazio Ivan De Musso e i consiglieri Luigi Impeciati e Cristiana Rondoni, però restituirà «soltanto» 16,5 milioni (16.555.776). Uno «sconto» di 6 milioni (6.254.424) rispetto alla cifra sparita dalle casse della Margherita, perché Lusi ha dimostrato che questi soldi li ha già versati allo Stato. Come? Sotto forma di imposte e tasse pagati sugli immobili comprati con i fondi del partito, tra cui la villa di Genzano e uno splendido attico e superattico nel centro di Roma.
L'ORDINANZA ALLE CAMERE - L'ordinanza, di sette pagine, non sarà comunicata soltanto alle parti costituite (la procura regionale, i difensori di Lusi e la Margherita), ma anche ai presidenti di Camera e Senato, benché l'ex tesoriere non abbia più un seggio a Palazzo Madama come nella scorsa legislatura. Inoltre «tempi e modalità del pagamento saranno concordati direttamente dal dottor Lusi con il ministero dell'Economia», precisa la Corte dei Conti. L'iter dovrebbe essere veloce, perché «sussiste l'interesse pubblico alla immediata acquisizione da parte dell'erario della somma non contestata».
«MERITO DI LUSI» - Soddisfatti i difensori, Renato Archidiacono e Luca Petrucci, che spiegano come la decisione dei giudici di via Baiamonti «è una conseguenza dell'istanza avanzata dal Lusi il 4 febbraio del 2012. Tale provvedimento rappresenta la migliore risposta al collegio dei liquidatori della Margherita, i cui componenti hanno, di recente, pubblicamente avanzato perplessità sui reali intendimenti del nostro assistito in ordine alla sua effettiva volontà di procedere alla restituzione del patrimonio allo Stato».
ROMA - Sedici milioni di euro. È la somma che l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, restituirà allo Stato. I rimborsi elettorali usati dall'ex senatore per comprarsi beni mobili e immobili finiranno all'erario e non al partito al quale li ha sottratti: lo ha deciso la Corte dei Conti, basandosi su un'istanza presentata dallo stesso Lusi poco più di quattro mesi fa.
LO «SCONTO» - L'ex tesoriere accusato di appropriazione indebita, oltre a essere stato rinviato a giudizio (il processo è in corso, mentre la moglie Giovanna Petricone ha patteggiato un anno di pena), è anche stato citato dalla magistratura contabile per un danno erariale di oltre 22 milioni (22.810.200 ). Lusi ha ammesso «la propria responsabilità amministrativa» e non ha contestato «il danno derivante dalla sua illecita gestione dei fondi» della Margherita, scrivono il presidente della sezione giurisdizionale del Lazio Ivan De Musso e i consiglieri Luigi Impeciati e Cristiana Rondoni, però restituirà «soltanto» 16,5 milioni (16.555.776). Uno «sconto» di 6 milioni (6.254.424) rispetto alla cifra sparita dalle casse della Margherita, perché Lusi ha dimostrato che questi soldi li ha già versati allo Stato. Come? Sotto forma di imposte e tasse pagati sugli immobili comprati con i fondi del partito, tra cui la villa di Genzano e uno splendido attico e superattico nel centro di Roma.
L'ORDINANZA ALLE CAMERE - L'ordinanza, di sette pagine, non sarà comunicata soltanto alle parti costituite (la procura regionale, i difensori di Lusi e la Margherita), ma anche ai presidenti di Camera e Senato, benché l'ex tesoriere non abbia più un seggio a Palazzo Madama come nella scorsa legislatura. Inoltre «tempi e modalità del pagamento saranno concordati direttamente dal dottor Lusi con il ministero dell'Economia», precisa la Corte dei Conti. L'iter dovrebbe essere veloce, perché «sussiste l'interesse pubblico alla immediata acquisizione da parte dell'erario della somma non contestata».
«MERITO DI LUSI» - Soddisfatti i difensori, Renato Archidiacono e Luca Petrucci, che spiegano come la decisione dei giudici di via Baiamonti «è una conseguenza dell'istanza avanzata dal Lusi il 4 febbraio del 2012. Tale provvedimento rappresenta la migliore risposta al collegio dei liquidatori della Margherita, i cui componenti hanno, di recente, pubblicamente avanzato perplessità sui reali intendimenti del nostro assistito in ordine alla sua effettiva volontà di procedere alla restituzione del patrimonio allo Stato».