17 giugno alle 19:52
Dal Brasile parla Daniele De Rossi e le sue parole, non c'è dubbio, faranno discutere, creeranno polemiche e, forse, riapriranno anche discorsi in chiave mercato per il centrocampista della Roma.
"Il fatto di dover sempre dimostrare, di dover sempre negare accuse folli o dicerie becere, diciamo che quello è un po’ più grave secondo me - si legge su Corriere dello Sport -. Diciamo che quando vengo in Europa, in Nazionale, sono considerato non dico una stella, ma un giocatore molto importante e quando vado a Roma invece devi stare sempre attento a come ti muovi, a quello che dici, perché ti vengono attaccante delle pecette vergognose… Io penso che chi calunnia è peggio di chi fa la spia. E aRoma si vive anche di calunnie.. Ormai uno lo sa, sa da dove viene tutto questo e ci convive. Si impara a conviverci poi… ".
"Penso che quando gioco male, gioco male per colpa mia e quando gioco bene, gioco bene per merito mio - aggiunge De Rossi, che non cerca alibi -. Bisognerebbe essere più lucidi nel giudicare quando gioco bene, perché è successo anche che ho giocato bene a Roma e tante volte non ce ne si accorge".
De Rossi prosegue: "Penso che sono un ragazzo onesto e devo anche fare una valutazione. Ogni volta che vengo qui, magari non stasera, ma nelle ultime volte sono stato il migliore in campo. Questa sera ho fatto una buona partita. Insomma, le cose sono sempre andate molto bene, molto più che molto bene. Quindi c’era tanta differenza rispetto a quello che facevo alla Roma: ovvero una gara buona, una meno buona. Quindi un pizzico, un fondo di verità ci deve essere. È anche giusto rendersi conto di quello che mi circonda a livello ambientale, o mio personale come pressione… perché il Maracanà è guardato da tutto il mondo, e la pressione dovrebbe essere di più. Giocare nella Roma mi dà una pressione diversa, meno mondiale ma più passionale e a volte forse mi confondo e mi coinvolge troppo".
Infine, De Rossi parla di Rudi Garcia, nuovo allenatore della Roma: "Io ho seguito con grande attenzione. Ancora non ho sentito nessuno: né il mister, né nessuno della società. Ho seguito tutta la storia, tutta la 'telenovela'. Abbiamo preso un allenatore bravo, un allenatore equilibrato. Mi ricorda vagamente, anche se ho sentito solo due parole, Luis Enrique, quindi per me parte col piede giusto, perché per me rimane sempre il numero uno. Poi tutto è da vedere. Ma mi sembra un allenatore bravo, che ha fatto bene dove è stato anche in una realtà abbastanza piccola rapportata a certi livelli: è una buona scelta, poi il fatto che non sia stata la prima a noi non deve interessare. Dobbiamo vedere quello che abbiamo e quello che sarà per la nuova Roma. Leggo anche di acquisti che potrebbero essere molto importanti per la Roma. Penso che la società stia facendo le cose nella maniera giusta, anche perché negli ultimi due anni non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo e c'è bisogno di una svolta".
Dal Brasile parla Daniele De Rossi e le sue parole, non c'è dubbio, faranno discutere, creeranno polemiche e, forse, riapriranno anche discorsi in chiave mercato per il centrocampista della Roma.
"Il fatto di dover sempre dimostrare, di dover sempre negare accuse folli o dicerie becere, diciamo che quello è un po’ più grave secondo me - si legge su Corriere dello Sport -. Diciamo che quando vengo in Europa, in Nazionale, sono considerato non dico una stella, ma un giocatore molto importante e quando vado a Roma invece devi stare sempre attento a come ti muovi, a quello che dici, perché ti vengono attaccante delle pecette vergognose… Io penso che chi calunnia è peggio di chi fa la spia. E aRoma si vive anche di calunnie.. Ormai uno lo sa, sa da dove viene tutto questo e ci convive. Si impara a conviverci poi… ".
"Penso che quando gioco male, gioco male per colpa mia e quando gioco bene, gioco bene per merito mio - aggiunge De Rossi, che non cerca alibi -. Bisognerebbe essere più lucidi nel giudicare quando gioco bene, perché è successo anche che ho giocato bene a Roma e tante volte non ce ne si accorge".
De Rossi prosegue: "Penso che sono un ragazzo onesto e devo anche fare una valutazione. Ogni volta che vengo qui, magari non stasera, ma nelle ultime volte sono stato il migliore in campo. Questa sera ho fatto una buona partita. Insomma, le cose sono sempre andate molto bene, molto più che molto bene. Quindi c’era tanta differenza rispetto a quello che facevo alla Roma: ovvero una gara buona, una meno buona. Quindi un pizzico, un fondo di verità ci deve essere. È anche giusto rendersi conto di quello che mi circonda a livello ambientale, o mio personale come pressione… perché il Maracanà è guardato da tutto il mondo, e la pressione dovrebbe essere di più. Giocare nella Roma mi dà una pressione diversa, meno mondiale ma più passionale e a volte forse mi confondo e mi coinvolge troppo".
Infine, De Rossi parla di Rudi Garcia, nuovo allenatore della Roma: "Io ho seguito con grande attenzione. Ancora non ho sentito nessuno: né il mister, né nessuno della società. Ho seguito tutta la storia, tutta la 'telenovela'. Abbiamo preso un allenatore bravo, un allenatore equilibrato. Mi ricorda vagamente, anche se ho sentito solo due parole, Luis Enrique, quindi per me parte col piede giusto, perché per me rimane sempre il numero uno. Poi tutto è da vedere. Ma mi sembra un allenatore bravo, che ha fatto bene dove è stato anche in una realtà abbastanza piccola rapportata a certi livelli: è una buona scelta, poi il fatto che non sia stata la prima a noi non deve interessare. Dobbiamo vedere quello che abbiamo e quello che sarà per la nuova Roma. Leggo anche di acquisti che potrebbero essere molto importanti per la Roma. Penso che la società stia facendo le cose nella maniera giusta, anche perché negli ultimi due anni non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo e c'è bisogno di una svolta".