Goce, il satellite dell'Agenzia spaziale europea (Esa), che proprio in queste ore ha concluso la sua missione, si è infatti disintegrato nell'impatto con l'atmosfera, senza provocare danni a cose o persone. Una vicenda, però, quella della 'Ferrari dello spazio' (così era stato soprannominato Goce per la sua forma aerodinamica e all'avanguardia) che per due giorni ha tenuto in molti col fiato sospeso, anche nel nostro Paese.
I timori che, rientrando nell'orbita terrestre, potesse perdere pezzi e rilasciare frammenti impazziti che si sarebbero potuti schiantare al suolo, almeno per quel che riguarda l'Italia, erano già in parte stati fugati nella giornata di domenica, quando i tecnici dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) avevano escluso la nostra penisola dalla traiettoria del satellite.
Ma l'impossibilità di prevedere esattamente data e luogo dell'impatto aveva generato il timore che i frammenti prodotti potessero comunque cadere altrove, magari su zone popolate, è rimasto vivo fino all'ultimo, nonostante fin dall'inizio anche gli esperti dell'Agenzia spaziale europea avessero considerato questa eventualità molto remota
Alla fine, però, tutto è andato per il meglio. Il satellite è rientrato nell'atmosfera e, intorno al 1, ha smesso di dare segnali. Il segno che il nucleo centrale di Goce si era completamente disintegrato, lasciando vagante solo qualche piccolo frammento. Nonostante le condizioni estreme cui fosse esposta, dunque, la strumentazione di Goce ha continuato a funzionare fino all'ultima orbita, registrata dalla stazione spaziale che si trova in Antartide, a una quota inferiore a 120 chilometri dal suolo. In quel momento Goce era molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, a circa 100 chilometri dalla Terra, considerata il confine tra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno.
L'Esa ha comunicato che l'ultima orbita percorsa da Goce ha attraversato Siberia, Pacifico occidentale, Oceano indiano orientale e Antartide. Ora rimane solo da osservare se qualcosa comunque cadrà sul globo terrestre o, nel percorso che ancora separa il satellite dal suolo, anche i frammenti più piccoli rimasti si polverizzeranno definitivamente. Secondo i calcoli dell'Esa, potrebbero raggiungere la superficie terrestre non più di 200-250 chilogrammi di detriti, circa il 20%-25% della massa totale del satellite
Per paura di brutte figure erano, quindi, state fissate dalla Protezione civile tre finestre d'osservazione in cui quel che restava di Goce avrebbe potuto colpire l'Italia; un'allerta prolungata fino alle ore 13 di lunedì, proprio per andare sul sicuro. Un viaggio nello spazio che si è concluso stanotte, fortunatamente, senza problemi. Nonostante il fiato sospeso. Lasciando dietro sé solo una lunga scia: di polemiche.
E voi dove credevate cadesse? Avevate paura? Dite la vostra!
I timori che, rientrando nell'orbita terrestre, potesse perdere pezzi e rilasciare frammenti impazziti che si sarebbero potuti schiantare al suolo, almeno per quel che riguarda l'Italia, erano già in parte stati fugati nella giornata di domenica, quando i tecnici dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) avevano escluso la nostra penisola dalla traiettoria del satellite.
Ma l'impossibilità di prevedere esattamente data e luogo dell'impatto aveva generato il timore che i frammenti prodotti potessero comunque cadere altrove, magari su zone popolate, è rimasto vivo fino all'ultimo, nonostante fin dall'inizio anche gli esperti dell'Agenzia spaziale europea avessero considerato questa eventualità molto remota
Alla fine, però, tutto è andato per il meglio. Il satellite è rientrato nell'atmosfera e, intorno al 1, ha smesso di dare segnali. Il segno che il nucleo centrale di Goce si era completamente disintegrato, lasciando vagante solo qualche piccolo frammento. Nonostante le condizioni estreme cui fosse esposta, dunque, la strumentazione di Goce ha continuato a funzionare fino all'ultima orbita, registrata dalla stazione spaziale che si trova in Antartide, a una quota inferiore a 120 chilometri dal suolo. In quel momento Goce era molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, a circa 100 chilometri dalla Terra, considerata il confine tra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno.
L'Esa ha comunicato che l'ultima orbita percorsa da Goce ha attraversato Siberia, Pacifico occidentale, Oceano indiano orientale e Antartide. Ora rimane solo da osservare se qualcosa comunque cadrà sul globo terrestre o, nel percorso che ancora separa il satellite dal suolo, anche i frammenti più piccoli rimasti si polverizzeranno definitivamente. Secondo i calcoli dell'Esa, potrebbero raggiungere la superficie terrestre non più di 200-250 chilogrammi di detriti, circa il 20%-25% della massa totale del satellite
Per paura di brutte figure erano, quindi, state fissate dalla Protezione civile tre finestre d'osservazione in cui quel che restava di Goce avrebbe potuto colpire l'Italia; un'allerta prolungata fino alle ore 13 di lunedì, proprio per andare sul sicuro. Un viaggio nello spazio che si è concluso stanotte, fortunatamente, senza problemi. Nonostante il fiato sospeso. Lasciando dietro sé solo una lunga scia: di polemiche.
E voi dove credevate cadesse? Avevate paura? Dite la vostra!