Sui videogiochi e la loro utilità o, per contro, pericolosità, si è da sempre dibattuto. Quello che è tuttavia da tutti accettato è che tutto dipende dal tempo che si passa davanti a uno schermo per giocare: un po’ va bene; troppo fa male. Ora, un nuovo studio mostra che giocare per non più di un’ora al giorno a un videogioco come “Cut the Rope”, un puzzle basato sulla fisica, fa bene al cervello migliorando le funzioni esecutive. Per “funzioni esecutive” s’intendono quei processi che coinvolgono il prendere delle decisioni nella vita di tutti i giorni: che siano normale routine o improvvisi cambiamenti.
Per osservare come i videogiochi possano influire sul cervello e quali effetti hanno, il prof. Michael D. Patterson, insieme a Adam Oei, della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore hanno reclutato un gruppo di studenti che sono stati invitati a giocare quattro diversi videogiochi per tablet e smartphone: “Modern Combat”, un gioco di combattimento; “Fruit Ninja”, un arcade; “Starfront Collision”, un gioco di strategia in tempo reale e un complesso puzzle come “Cut the Rope”. Tutti i partecipanti non erano giocatori abituali e sono stati selezionati per giocare un’ora al giorno, cinque giorni a settimana, per un totale di 4 settimane e 20 ore di gioco.
Dopo il periodo di test sono apparse le differenze negli effetti dei quattro videogiochi: in particolare, gli studenti che hanno giocato a “Cut the Rope”, hanno mostrato un miglioramento significativo nei compiti delle funzioni esecutive, mentre non sono stati osservati significativi miglioramenti in coloro che hanno giocato con gli altri tre videogames. Le capacità testate in questo studio includevano quanto velocemente i giocatori possono passare alle diverse attività, che è un indicatore di flessibilità mentale; quanto velocemente i giocatori possono adattarsi a una nuova situazione invece di basarsi su una stessa o la solita strategia – che è la capacità di inibire risposte violente o preponderanti; e quanto bene riuscivano a concentrarsi sulle informazioni, bloccando fattori di distrazione o risposte inappropriate – che è noto come “Flanker Task” in psicologia cognitiva.
I risultati finali dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Computer in Human Behavior e riportano come il gioco “Cut the Rope” abbia migliorato la funzione esecutiva nei giocatori. Secondo il prof. Patterson, questo è probabilmente dovuto al design unico del gioco. Difatti, le strategie che sono state utilizzate e hanno funzionato per i livelli precedenti non avrebbero funzionato nei livelli successivi, e hanno regolarmente costretto i giocatori a pensare in modo creativo e cercare soluzioni alternative. Nello specifico, si è osservato come dopo 20 ore di gioco, i giocatori di “Cut the Rope” passavano da un compito all’altro il 33% più velocemente; erano il 30% più veloci nell’adattarsi alle nuove situazioni, ed era aumentata del 60% la capacità di bloccare le distrazioni e concentrarsi sui compiti a portata di mano, rispetto a prima della formazione. Giocare sì, ma senza esagerare, può dunque anche far bene al cervello. (La Stampa)
Dopo il periodo di test sono apparse le differenze negli effetti dei quattro videogiochi: in particolare, gli studenti che hanno giocato a “Cut the Rope”, hanno mostrato un miglioramento significativo nei compiti delle funzioni esecutive, mentre non sono stati osservati significativi miglioramenti in coloro che hanno giocato con gli altri tre videogames. Le capacità testate in questo studio includevano quanto velocemente i giocatori possono passare alle diverse attività, che è un indicatore di flessibilità mentale; quanto velocemente i giocatori possono adattarsi a una nuova situazione invece di basarsi su una stessa o la solita strategia – che è la capacità di inibire risposte violente o preponderanti; e quanto bene riuscivano a concentrarsi sulle informazioni, bloccando fattori di distrazione o risposte inappropriate – che è noto come “Flanker Task” in psicologia cognitiva.
I risultati finali dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Computer in Human Behavior e riportano come il gioco “Cut the Rope” abbia migliorato la funzione esecutiva nei giocatori. Secondo il prof. Patterson, questo è probabilmente dovuto al design unico del gioco. Difatti, le strategie che sono state utilizzate e hanno funzionato per i livelli precedenti non avrebbero funzionato nei livelli successivi, e hanno regolarmente costretto i giocatori a pensare in modo creativo e cercare soluzioni alternative. Nello specifico, si è osservato come dopo 20 ore di gioco, i giocatori di “Cut the Rope” passavano da un compito all’altro il 33% più velocemente; erano il 30% più veloci nell’adattarsi alle nuove situazioni, ed era aumentata del 60% la capacità di bloccare le distrazioni e concentrarsi sui compiti a portata di mano, rispetto a prima della formazione. Giocare sì, ma senza esagerare, può dunque anche far bene al cervello. (La Stampa)
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