Sarà processata con l’accusa di discriminazione razziale ed etnica, oltre che per aver propagandato idee fondate sulla superiorità degli italiani settentrionali sui meridionali, l’ex consigliera provinciale della Lega Nord di Monza e Brianza, Donatella Galli.
Nel 2012 la donna aveva pubblicato su Facebook un’immagine satellitare dell’Italia monca delle regioni centro-meridionali, accompagnata dal commento «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili (un vulcano sottomarino vicino alle Eolie, ndr)», con l’augurio di «una catastrofe naturale nel centro-sud Italia provocata dai tre più grandi vulcani attivi», come scrive il pm di Monza, Emma Gambardella. La denuncia era partita dal presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli, Angelo Pisani, che si costituirà parte civile nel processo: «Intendiamo lanciare un segnale forte - spiega lo stesso Pisani -, per far capire a tutti che la dignità dei cittadini italiani, siano essi meridionali o settentrionali, va rispettata e che la violenza va ripudiata». E visto che il senso civico in questo caso si è rivelato del tutto inesistente, «gli artefici lo capiranno pagando di tasca propria per le offese, pagandone i danni». Il presidente della municipalità partenopea ha spiegato che il risarcimento sarà devoluto ad opere di scopo sociale o beneficenza, spiegando che «la condanna che potrebbe arrivare in questo processo rappresenterà un importante argine alla violenza, anche di connotazione razziale, che avvelena lo sport italiano, il web e la convivenza civile». Donatella Galli, appena decaduta dal suo incarico di consigliere provinciale, quando pubblicò sul social network il suo post dai contenuti razzistici, aveva anche pensato bene di corredarlo con un «mi piace». Il magistrato di Monza, dopo aver chiuso le indagini, ha disposto la citazione diretta a giudizio per l’imputata. La comparsa della cartina geografica con le frasi incriminate su Facebook avevano suscitato da subito indignazione e critiche, non solo sul web, fino all’iniziativa di Angelo Pisani di adire le vie legali. (La Stampa)
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