Carne senza carne. Anche se l’ossimoro non è dei più felici (e certo farà storcere il naso a molti) nasce negli States la prima «macelleria vegana». Hot dog con senape avvolti da un morbido panino, chorizo speziati, spiedini, salsicce. Tutto «cruelty free», 100% vegetale. Nessun animale è stato ucciso, maltrattato, usato per fornire le materie prime alla base dei prodotti creati da Aubry e Kale Walch, fratello e sorella che per anni hanno provato e riprovato a rendere sempre più appetibili le alternative della carne in cucina. Ora diventeranno i titolari di The Herbivorous Butcher dove (dal prossimo aprile) venderanno salsicce, affettati, wurstel e anche formaggi (rigorosamente vegetali, freschi, bio e a km zero) composti da soia, seitan, spezie ed ingredienti vari che li rendono simili, in consistenza e sapore, ai corrispettivi non veg.
Il negozio aprirà grazie a una campagna di crowdfunding online, su Kickstarter, che ha permesso ai due fratelli di raccogliere 60 mila dollari. «La domanda globale di carne è triplicata negli ultimi 40 anni - spiegano - causando aumenti insostenibili di emissioni di gas a effetto serra, deforestazione e inquinamento tra consumo idrico, di suolo e di carburante, utilizzo di fertilizzanti e mangimi. Una modesta riduzione del consumo di prodotti animali non solo può risparmiare maltrattamenti a miliardi di animali ogni anno, ma può avere un enorme impatto sull’ambiente in un momento in cui il mondo ha urgente bisogno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra per evitare cambiamenti climatici catastrofici».
Il trend dei sostituti della carne (seitan, tofu, tempeh) è in crescita negli States (ma non solo). Un fenomeno che sta facendo pensare a nuove prospettive di business: anche Bill Gates è tra gli investitori di Beyond Meat, società all’avanguardia nella produzione di derivati della soia. Anche in Europa si moltiplicano i prodotti di questo tipo. In Olanda, all’Aia, troviamo Vegetarian Butcher (con decine di rivenditori in vari Paesi europei) mentre in Italia Muscolo di grano(una composizione di seitan e legumi) propone bistecche vegetali, arrosti, hamburger, affettati tutti rigorosamente vegani.
Ce n’è davvero bisogno? In fondo – diranno in molti - nell’alimentazione tradizionale di ogni Paese (Italia in prima fila) ci sono decine e decine di piatti tipici totalmente. Perché «veganizzare» tutto? Il dubbio è più che legittimo. Ma dopo aver assaggiato un hot dog vegetale in un tipico chiosco berlinese o un hamburger di seitan in un fast food di New York molti potrebbero rivedere le loro posizioni. (Corriere della Sera)
Il negozio aprirà grazie a una campagna di crowdfunding online, su Kickstarter, che ha permesso ai due fratelli di raccogliere 60 mila dollari. «La domanda globale di carne è triplicata negli ultimi 40 anni - spiegano - causando aumenti insostenibili di emissioni di gas a effetto serra, deforestazione e inquinamento tra consumo idrico, di suolo e di carburante, utilizzo di fertilizzanti e mangimi. Una modesta riduzione del consumo di prodotti animali non solo può risparmiare maltrattamenti a miliardi di animali ogni anno, ma può avere un enorme impatto sull’ambiente in un momento in cui il mondo ha urgente bisogno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra per evitare cambiamenti climatici catastrofici».
Il trend dei sostituti della carne (seitan, tofu, tempeh) è in crescita negli States (ma non solo). Un fenomeno che sta facendo pensare a nuove prospettive di business: anche Bill Gates è tra gli investitori di Beyond Meat, società all’avanguardia nella produzione di derivati della soia. Anche in Europa si moltiplicano i prodotti di questo tipo. In Olanda, all’Aia, troviamo Vegetarian Butcher (con decine di rivenditori in vari Paesi europei) mentre in Italia Muscolo di grano(una composizione di seitan e legumi) propone bistecche vegetali, arrosti, hamburger, affettati tutti rigorosamente vegani.
Ce n’è davvero bisogno? In fondo – diranno in molti - nell’alimentazione tradizionale di ogni Paese (Italia in prima fila) ci sono decine e decine di piatti tipici totalmente. Perché «veganizzare» tutto? Il dubbio è più che legittimo. Ma dopo aver assaggiato un hot dog vegetale in un tipico chiosco berlinese o un hamburger di seitan in un fast food di New York molti potrebbero rivedere le loro posizioni. (Corriere della Sera)