Cinema in lutto per la morte di Gabriele Ferzetti, uno degli interpreti più amati anche del teatro italiano. Era nato 90 anni fa a Roma il 17 marzo 1925. Tra le sue interpretazioni più celebri, "La provinciale" di Mario Soldati, "Le amiche" e "L'avventura" di Michelangelo Antonioni, "La lunga notte del '43" di Florestano Vancini, "A ciascuno il suo" (1967) di Elio Petri.
E' stato un giovane seduttore, un quarantenne problematico e dubbioso, un affascinante signore sulla scena e sullo schermo, uno uomo appartato e schietto, un raffinato osservatore dei tempi che cambiano e un attore sottile, dedito sempre alla sottrazione e al perfezionismo.
Piace ricordarlo ancora nel "Portiere di notte" di Liliana Cavani (un monumento a quella sobrietà interpretativa che resta il suo tratto ineguagliato), nel "Quartetto Basileus" di Fabio Carpi, nell'"Otello" di Oliver Parker e, di recente, in "Io sono l'amore" di Luca Guadagnino. In quell'occasione il successo internazionale del film fece scoprire a molti la classe ineguagliabile di quel gentiluomo che, come il miglior vino, migliorava invecchiando.
E' stato un giovane seduttore, un quarantenne problematico e dubbioso, un affascinante signore sulla scena e sullo schermo, uno uomo appartato e schietto, un raffinato osservatore dei tempi che cambiano e un attore sottile, dedito sempre alla sottrazione e al perfezionismo.
Piace ricordarlo ancora nel "Portiere di notte" di Liliana Cavani (un monumento a quella sobrietà interpretativa che resta il suo tratto ineguagliato), nel "Quartetto Basileus" di Fabio Carpi, nell'"Otello" di Oliver Parker e, di recente, in "Io sono l'amore" di Luca Guadagnino. In quell'occasione il successo internazionale del film fece scoprire a molti la classe ineguagliabile di quel gentiluomo che, come il miglior vino, migliorava invecchiando.