La ragazzina aveva postato sui social una foto con le lesioni tipiche del cosiddetto «gioco del suicidio». La vicenda segnalata dalla scuola, la polizia postale indaga per individuare eventuali responsabilità
Un nuovo caso di «Blue Whale», il gioco del suicidio, nel Ravennate. Una ragazzina di 14 anni aveva postato su Facebook una foto con le lesioni che si era procurata facendo quello che è stato ribattezzato «il gioco del suicidio». L’episodio segnalato prima della scuola frequentata dalla ragazza, che ha avvertito la famiglia della giovane. La segnalazione è quindi giunta agli agenti della polizia postale di Bologna che stanno indagando per identificare eventuali responsabilità.
La Questura di Ravenna ha invitato i genitori a monitorare il comportamento dei propri figli, soprattutto se adolescenti. Nell’ambito del «Blue Whale» in una prima fase tramite la Rete alla vittima viene richiesto di fare cose come alzarsi nel cuore della notte per vedere un film dell’orrore, andare in luoghi isolati o in cimiteri sempre di notte, farsi dei selfie in posti pericolosi come tetti di palazzi o binari della ferrovia. Un’escalation che prosegue nella richiesta di atti di autolesionismo da provare con materiale fotografico postato online. Nei giorni scorsi erano stati diversi i casi di «Blue Whale» segnalati sia in Toscana che in Veneto.
Un nuovo caso di «Blue Whale», il gioco del suicidio, nel Ravennate. Una ragazzina di 14 anni aveva postato su Facebook una foto con le lesioni che si era procurata facendo quello che è stato ribattezzato «il gioco del suicidio». L’episodio segnalato prima della scuola frequentata dalla ragazza, che ha avvertito la famiglia della giovane. La segnalazione è quindi giunta agli agenti della polizia postale di Bologna che stanno indagando per identificare eventuali responsabilità.
La Questura di Ravenna ha invitato i genitori a monitorare il comportamento dei propri figli, soprattutto se adolescenti. Nell’ambito del «Blue Whale» in una prima fase tramite la Rete alla vittima viene richiesto di fare cose come alzarsi nel cuore della notte per vedere un film dell’orrore, andare in luoghi isolati o in cimiteri sempre di notte, farsi dei selfie in posti pericolosi come tetti di palazzi o binari della ferrovia. Un’escalation che prosegue nella richiesta di atti di autolesionismo da provare con materiale fotografico postato online. Nei giorni scorsi erano stati diversi i casi di «Blue Whale» segnalati sia in Toscana che in Veneto.