Mattarella: 'Basta colpi di spugna sul fascismo'
"In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione di cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all'acqua di rose. Fu feroce e spietata". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel Giorno della memoria spiegando che tra "il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa" e che se "il perdono esiste e concerne la singola persona offesa, non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato".
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento nazista di Auschwitz. A 75 anni da quella data, si celebra oggi il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale deliberata dalle Nazioni Unite. Tante le iniziative in Italia e nel mondo.
"Davanti a questa immane e atroce tragedia non è ammissibile l'indifferenza ed è doverosa la memoria", ha detto il papa. "L'anniversario dell'Olocausto, l'indicibile crudeltà che l'umanità scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti".
Perché "quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all' orrore. L'indifferente è complice", ha spiegato la senatrice a vita Liliana Segre. "Con grande preoccupazione seguo, da anni - ha detto la Segre a Vatican News - questo riaffacciarsi di sentimenti odiosi che sono il contrario dell'accoglienza, che sono il contrario della fraternità. Sì, devo dire che sono molto preoccupata di questa onda, che non è anomala ma è il risultato della crisi economica, ma anche il risultato di insegnamenti molto sbagliati, di sovranismi e populismi". "I ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte"
"Il 27 gennaio viene celebrata la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e con essa il Giorno della Memoria, che quest'anno giunge al suo ventesimo anno. Sembra lontano il 1945, l'anno della disfatta dei nazisti. Tuttavia il ricordo di determinati fatti storici è fondamentale perché niente del genere accada più. Ricordare e condividere resta sempre il miglior antidoto alla recrudescenza dell'antisemitismo e, più in generale, alla barbarie della discriminazione". Lo scrive il premier Conte in un messaggio in occasione della giornata della Memoria.
"In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione di cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all'acqua di rose. Fu feroce e spietata". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel Giorno della memoria spiegando che tra "il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa" e che se "il perdono esiste e concerne la singola persona offesa, non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato".
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento nazista di Auschwitz. A 75 anni da quella data, si celebra oggi il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale deliberata dalle Nazioni Unite. Tante le iniziative in Italia e nel mondo.
"Davanti a questa immane e atroce tragedia non è ammissibile l'indifferenza ed è doverosa la memoria", ha detto il papa. "L'anniversario dell'Olocausto, l'indicibile crudeltà che l'umanità scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti".
Perché "quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all' orrore. L'indifferente è complice", ha spiegato la senatrice a vita Liliana Segre. "Con grande preoccupazione seguo, da anni - ha detto la Segre a Vatican News - questo riaffacciarsi di sentimenti odiosi che sono il contrario dell'accoglienza, che sono il contrario della fraternità. Sì, devo dire che sono molto preoccupata di questa onda, che non è anomala ma è il risultato della crisi economica, ma anche il risultato di insegnamenti molto sbagliati, di sovranismi e populismi". "I ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte"
"Il 27 gennaio viene celebrata la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e con essa il Giorno della Memoria, che quest'anno giunge al suo ventesimo anno. Sembra lontano il 1945, l'anno della disfatta dei nazisti. Tuttavia il ricordo di determinati fatti storici è fondamentale perché niente del genere accada più. Ricordare e condividere resta sempre il miglior antidoto alla recrudescenza dell'antisemitismo e, più in generale, alla barbarie della discriminazione". Lo scrive il premier Conte in un messaggio in occasione della giornata della Memoria.