Il panico da coronavirus rischia di farci dimenticare che la Cina non è il paese dove la gente mangia pipistrelli ma quello che rivaleggia con gli Stati Uniti in termini di tecnologia e innovazione. E così è passato praticamente inosservato un annuncio che in altri tempi ci avrebbe per lo meno incuriosito: nel corso del 2020 in un paio di grandi città cinesi, Shanghai e Shenzen, inizieranno ad operare i primi robot taxi, taxi che si guidano da soli, e saranno automobili "italiane", saranno di FCA, Fiat Chrysler Automobiles.
Le auto saranno il classico monovolume Pacifica, ma il software che consentirà la guida autonoma sarà fornito da una misteriosa startup che finora era rimasta piuttosto lontana dai radar. Si chiama Auto X ed è stata fondata nel 2016 da un giovane scienziato cinese con un nome complicato da pronunciare al punto che si fa chiamare semplicemente "professor X": di lui si sa che è nato in una famiglia povera di una città orientale, cresciuto a libri e computer, ha al suo attivo decine di lavori scientifici, e 13 mila citazioni, dove dimostra come possiamo insegnare alle macchine a interagire meglio con noi umani.
Lo scorso anno il MIT lo ha inserito nella lista dei 35 imprenditori con meno di 35 anni che cambieranno il mondo. Lui punta a rendere le auto autonome accessibili a tutti, come oggi lo sono i personal computer. E quindi, per esempio, invece di costosi laser usa banali webcam grazie ad un software che consente di utilizzare anche immagini con bassa risoluzione.
Nella nota ufficiale si dice che AutoX negli anni scorsi ha accumulato tonnellate di dati su come si guida in Cina ed ora il suo software ha imparato a destreggiarsi nelle trafficate strade cinesi. Lo vedremo presto se si tratta solo di un annuncio ottimistico: nel corso del 2019 una trentina di aziende, da Google a Uber, hanno investito 16 miliardi di dollari per sviluppare un'auto a guida autonoma sicura.
I risultati sono stati piuttosto sconfortanti al punto che qualcuno a gennaio, al CES di Las Vegas, ha concluso che un auto completamente autonoma non l'avremo mai. Sarebbe davvero sorprendente se fosse una Fiat che viene dalla Cina.
(fonte LaRepubblica)
Le auto saranno il classico monovolume Pacifica, ma il software che consentirà la guida autonoma sarà fornito da una misteriosa startup che finora era rimasta piuttosto lontana dai radar. Si chiama Auto X ed è stata fondata nel 2016 da un giovane scienziato cinese con un nome complicato da pronunciare al punto che si fa chiamare semplicemente "professor X": di lui si sa che è nato in una famiglia povera di una città orientale, cresciuto a libri e computer, ha al suo attivo decine di lavori scientifici, e 13 mila citazioni, dove dimostra come possiamo insegnare alle macchine a interagire meglio con noi umani.
Lo scorso anno il MIT lo ha inserito nella lista dei 35 imprenditori con meno di 35 anni che cambieranno il mondo. Lui punta a rendere le auto autonome accessibili a tutti, come oggi lo sono i personal computer. E quindi, per esempio, invece di costosi laser usa banali webcam grazie ad un software che consente di utilizzare anche immagini con bassa risoluzione.
Nella nota ufficiale si dice che AutoX negli anni scorsi ha accumulato tonnellate di dati su come si guida in Cina ed ora il suo software ha imparato a destreggiarsi nelle trafficate strade cinesi. Lo vedremo presto se si tratta solo di un annuncio ottimistico: nel corso del 2019 una trentina di aziende, da Google a Uber, hanno investito 16 miliardi di dollari per sviluppare un'auto a guida autonoma sicura.
I risultati sono stati piuttosto sconfortanti al punto che qualcuno a gennaio, al CES di Las Vegas, ha concluso che un auto completamente autonoma non l'avremo mai. Sarebbe davvero sorprendente se fosse una Fiat che viene dalla Cina.
(fonte LaRepubblica)