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descriptionPremio Bearzot a Prandelli "Che sfida con la Spagna..." EmptyPremio Bearzot a Prandelli "Che sfida con la Spagna..."

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BOLOGNA, 18 giugno 2011 - "Contro la Spagna sarà una partita molto difficile, ma è giusto e importante confrontarsi con le grandi squadre, e noi cercheremo di prepararci nel miglior modo possibile anche se avremo poco tempo a disposizione". Dopo la sconfitta nell'ultima amichevole contro l'Irlanda del Trap, il c.t. azzurro Cesare Prandelli, comincia già a pensare alla prossima sfida contro i campioni del mondo in carica della Spagna (il prossimo 10 agosto a Bari).


GIOCARE NEL CLUB — Un'amichevole, certo, ma importante in vista dei prossimi Europei del 2012 per capire il livello della Nazionale, con la profonda convinzione del c.t. che solo chi giocherà con continuità nel proprio club potrà ambire alla missione continentale. "Giocare sempre nella propria squadra di club - ha aggiunto il tecnico - è indispensabile per far parte di questo gruppo, perché l'aspetto fisico è determinante ai grandi livelli".

ORIUNDI — Porte sempre aperte, invece, per gli oriundi, e dopo le convocazioni di Amauri, Ledesma e Thiago Motta, l'ultima candidatura per indossare la maglia azzurra è arrivata da Maxi Lopez, che in un'intervista in Argentina ha confessato che gli piacerebbe giocare nella Nazionale italiana e di aver sentito Prandelli. "Tutti i giocatori che hanno la nazionalità italiana - ha detto - devono aspirare alla maglia azzurra e crederci fino in fondo. Noi non chiudiamo le porte a nessuno".

PREMIO BEARZOT — Intanto, Prandelli, ha ricevuto oggi il Premio Enzo Bearzot, organizzato dall'Us Acli (1ª edizione) a Bologna. "Sono onorato di ricevere un premio così importante - ha spiegato - intitolato alla memoria di un allenatore che ha fatto così tanto per la Nazionale".

PANCHINA INTER — Sul campionato, solo una battuta sulle vicende di casa Inter, con l'addio di Leonardo e l'incertezza sul suo successore. "Sicuramente in Italia ci sono tanti allenatori bravi - ha concluso - ma anche all'estero non mancano e se l'Inter dovesse prendere uno straniero sarebbe perché ritiene di avere le giuste garanzie e lo considera in grado di fare qualcosa di buono".

ABETE SUL CAMPO CONFISCATO ALLA 'NDRANGHETA — Il presidente della Federazione Abete, intervenuto all'evento, ha poi parlato della possibilità di portare la Nazionale di calcio a giocare su un campo confiscato alla mafia: sette anni fa l'impianto in questione venne confiscato alla 'ndrangheta, ma non è stato mai possibile giocare a causa delle pressioni subite dall'organizzazione criminale. L'idea è stata proposta dal presidente di Libera, Don Ciotti, che ha detto: "Quel campo in Calabria è stato tolto alla 'ndrangheta sette anni fa. Quando i nostri ragazzi lo hanno visto per la prima volta sono letteralmente impazziti di gioia. Ma poi, per sette lunghi anni, l'organizzazione mafiosa, con le pressioni e le minacce, ha fatto in modo che non vi si giocasse mai. Serve un segnale forte". La risposta di Abete: "Accettiamo le sfide quando sono positive, occorre sempre provare ad affrontarle". Anche il c.t. della Nazionale appoggia pienamente l'idea di Don Ciotti: "Sì, portiamo gli azzurri ad allenarsi sul campo in Calabria confiscato alla malavita. Sono pienamente d'accordo, è un'iniziativa che dà un senso alle cose che facciamo".BOLOGNA, 18 giugno 2011 - "Contro la Spagna sarà una partita molto difficile, ma è giusto e importante confrontarsi con le grandi squadre, e noi cercheremo di prepararci nel miglior modo possibile anche se avremo poco tempo a disposizione". Dopo la sconfitta nell'ultima amichevole contro l'Irlanda del Trap, il c.t. azzurro Cesare Prandelli, comincia già a pensare alla prossima sfida contro i campioni del mondo in carica della Spagna (il prossimo 10 agosto a Bari).

Premio Bearzot a Prandelli "Che sfida con la Spagna..." 0LMZNE4A--300x145
Cesare Prandelli si esibisce nel ping pong a Bologna.


GIOCARE NEL CLUB — Un'amichevole, certo, ma importante in vista dei prossimi Europei del 2012 per capire il livello della Nazionale, con la profonda convinzione del c.t. che solo chi giocherà con continuità nel proprio club potrà ambire alla missione continentale. "Giocare sempre nella propria squadra di club - ha aggiunto il tecnico - è indispensabile per far parte di questo gruppo, perché l'aspetto fisico è determinante ai grandi livelli".

ORIUNDI — Porte sempre aperte, invece, per gli oriundi, e dopo le convocazioni di Amauri, Ledesma e Thiago Motta, l'ultima candidatura per indossare la maglia azzurra è arrivata da Maxi Lopez, che in un'intervista in Argentina ha confessato che gli piacerebbe giocare nella Nazionale italiana e di aver sentito Prandelli. "Tutti i giocatori che hanno la nazionalità italiana - ha detto - devono aspirare alla maglia azzurra e crederci fino in fondo. Noi non chiudiamo le porte a nessuno".

PREMIO BEARZOT — Intanto, Prandelli, ha ricevuto oggi il Premio Enzo Bearzot, organizzato dall'Us Acli (1ª edizione) a Bologna. "Sono onorato di ricevere un premio così importante - ha spiegato - intitolato alla memoria di un allenatore che ha fatto così tanto per la Nazionale".

PANCHINA INTER — Sul campionato, solo una battuta sulle vicende di casa Inter, con l'addio di Leonardo e l'incertezza sul suo successore. "Sicuramente in Italia ci sono tanti allenatori bravi - ha concluso - ma anche all'estero non mancano e se l'Inter dovesse prendere uno straniero sarebbe perché ritiene di avere le giuste garanzie e lo considera in grado di fare qualcosa di buono".

ABETE SUL CAMPO CONFISCATO ALLA 'NDRANGHETA — Il presidente della Federazione Abete, intervenuto all'evento, ha poi parlato della possibilità di portare la Nazionale di calcio a giocare su un campo confiscato alla mafia: sette anni fa l'impianto in questione venne confiscato alla 'ndrangheta, ma non è stato mai possibile giocare a causa delle pressioni subite dall'organizzazione criminale. L'idea è stata proposta dal presidente di Libera, Don Ciotti, che ha detto: "Quel campo in Calabria è stato tolto alla 'ndrangheta sette anni fa. Quando i nostri ragazzi lo hanno visto per la prima volta sono letteralmente impazziti di gioia. Ma poi, per sette lunghi anni, l'organizzazione mafiosa, con le pressioni e le minacce, ha fatto in modo che non vi si giocasse mai. Serve un segnale forte". La risposta di Abete: "Accettiamo le sfide quando sono positive, occorre sempre provare ad affrontarle". Anche il c.t. della Nazionale appoggia pienamente l'idea di Don Ciotti: "Sì, portiamo gli azzurri ad allenarsi sul campo in Calabria confiscato alla malavita. Sono pienamente d'accordo, è un'iniziativa che dà un senso alle cose che facciamo".

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