L'assassinio del calciatore colombiano Edison Charà, freddato da un killer sulla porta di casa, riporta d'attualità la realtà di morti e ferimenti dei protagonisti del pallone nei Paesi dell'America Latina: da Escobar a Cabanas, eccone la triste storia
Freddato sulla porta di casa da un killer venuto dal nulla. Così è morto il calciatore colombiano Edison Charà, assassinato a colpi di pistola la scorsa notte a Puerto Tejada, in Colombia. Testimoni avrebbero visto un uomo avvicinarsi a Charà con una bicicletta e sparare. Il 31enne è morto in ospedale. Secondo altre ricostruzioni il giocatore sarebbe stato colpito nel mezzo di una rissa. Charà, ex di Deportivo Cali, America de Cali e Once Caldas, attualmente era legato al team cinese Dalian Aerbin
Ma gli omicidi nel calcio, in Sudamerica, arrivano da lontano. E non sempre, non solo, sono legati a storie di scommesse e malavita come quello - il più famoso - di Andres Escobar, calciatore della nazionale colombiana, assassinato a colpi di pistola il 2 luglio del 1994 da un ubriaco che gli sparò all'uscita di un bar di Medellin. A segnare il destino dell'allora 27enne difensore del Nacional e della nazionale era stato un autogol segnato durante il Mondiale di calcio negli Sati Uniti, nella partita contro i padroni di casa che la Colombia aveva perso 2-1, venendo eliminata dal torneo. Storie di scommesse e di malativa mai chiarite all'origine della lite e dell'omicidio. L'assassino fu condannato a 43 anni di prigione, è uscito nel 2005 per buona condotta.
L'ultimo clamoroso caso a ridosso dei mondiali 2010: la stella dal Paraguay rivale dell'Italia,l'attaccante Cabanas, è colpito alla testa da un proiettile nel bagno di una discoteca di Città del Messico. Si salverà, ma il ricordo di piombo di quella lite per questioni di donne gli rimane conficcato nella tempia. Anche per questo ha fatto scandalo, nei giorni scorsi, l'esultanza di Marco Fabian, centrocampista del messicano Mora: dopo un gol ha mimato l'omicidio di un compagno puntandogli le due dita alla tempia, a mo' di pistola.
Perché può anche succedere che siano per davvero i giocatori a prendere la pistola. Come aveva fatto, nel luglio 2009, Javier Florez, centrocampista dell'Atletico Junior (formazione colombiana) che uccise un tifoso con quattro colpi di revolver, dopo che quest'ultimo lo aveva insultato. Nel settembre 2005 era stato invece un poliziotto a ferire gravemente un calciatore, sparandogli un proiettile di gomma al petto durante i disordini scoppiati in un incontro di serie B a Mendoza, 1.100 chilometri ad ovest di Buenos Aires.
Un tentativo di estorsioni sarebbe stato dietro, ancora in Argentina, a Santa Fè, all'assassinio, il 24 agosto del 2000, di Federico Fernandez, giocatore del campionato regionale dilettantistico e figlio del presidente della squadra in cui giocava. I sospetti caddero su un gruppo di delinquenti che avevano chiesto, invano, soldi al padre del giocatore. Non sono stati risparmiati i disoccupati. A Cali, il 24 febbraio del 2002 venne ucciso a sangue freddo e mentre tornava a casa Aldemar Sanchez, un calciatore che stava trattando con alcune società il suo ritorno nella massima serie colombiana.
A volte si è ucciso anche per futili motivi. A Medellin, ancora in Colombia, il 24 dicembre del 1999 venne freddato il centrocampista dell'Atletico Nacional, Juan Guillermo Villa. Gli assassini sembra fossero interessati alla sua automobile. E non mancano i direttori di gara. A Cali, nel settembre 1999, venne ucciso un arbitro con colpi d'arma da fuoco dopo una partita amatoriale. Dieci anni prima, a Medellin, era stato ucciso l'arbitro professionista Alvaro Ortega dopo un match di campionato. Dell'assassinio vennero accusati sempre i narcotrafficanti.
Freddato sulla porta di casa da un killer venuto dal nulla. Così è morto il calciatore colombiano Edison Charà, assassinato a colpi di pistola la scorsa notte a Puerto Tejada, in Colombia. Testimoni avrebbero visto un uomo avvicinarsi a Charà con una bicicletta e sparare. Il 31enne è morto in ospedale. Secondo altre ricostruzioni il giocatore sarebbe stato colpito nel mezzo di una rissa. Charà, ex di Deportivo Cali, America de Cali e Once Caldas, attualmente era legato al team cinese Dalian Aerbin
Ma gli omicidi nel calcio, in Sudamerica, arrivano da lontano. E non sempre, non solo, sono legati a storie di scommesse e malavita come quello - il più famoso - di Andres Escobar, calciatore della nazionale colombiana, assassinato a colpi di pistola il 2 luglio del 1994 da un ubriaco che gli sparò all'uscita di un bar di Medellin. A segnare il destino dell'allora 27enne difensore del Nacional e della nazionale era stato un autogol segnato durante il Mondiale di calcio negli Sati Uniti, nella partita contro i padroni di casa che la Colombia aveva perso 2-1, venendo eliminata dal torneo. Storie di scommesse e di malativa mai chiarite all'origine della lite e dell'omicidio. L'assassino fu condannato a 43 anni di prigione, è uscito nel 2005 per buona condotta.
L'ultimo clamoroso caso a ridosso dei mondiali 2010: la stella dal Paraguay rivale dell'Italia,l'attaccante Cabanas, è colpito alla testa da un proiettile nel bagno di una discoteca di Città del Messico. Si salverà, ma il ricordo di piombo di quella lite per questioni di donne gli rimane conficcato nella tempia. Anche per questo ha fatto scandalo, nei giorni scorsi, l'esultanza di Marco Fabian, centrocampista del messicano Mora: dopo un gol ha mimato l'omicidio di un compagno puntandogli le due dita alla tempia, a mo' di pistola.
Perché può anche succedere che siano per davvero i giocatori a prendere la pistola. Come aveva fatto, nel luglio 2009, Javier Florez, centrocampista dell'Atletico Junior (formazione colombiana) che uccise un tifoso con quattro colpi di revolver, dopo che quest'ultimo lo aveva insultato. Nel settembre 2005 era stato invece un poliziotto a ferire gravemente un calciatore, sparandogli un proiettile di gomma al petto durante i disordini scoppiati in un incontro di serie B a Mendoza, 1.100 chilometri ad ovest di Buenos Aires.
Un tentativo di estorsioni sarebbe stato dietro, ancora in Argentina, a Santa Fè, all'assassinio, il 24 agosto del 2000, di Federico Fernandez, giocatore del campionato regionale dilettantistico e figlio del presidente della squadra in cui giocava. I sospetti caddero su un gruppo di delinquenti che avevano chiesto, invano, soldi al padre del giocatore. Non sono stati risparmiati i disoccupati. A Cali, il 24 febbraio del 2002 venne ucciso a sangue freddo e mentre tornava a casa Aldemar Sanchez, un calciatore che stava trattando con alcune società il suo ritorno nella massima serie colombiana.
A volte si è ucciso anche per futili motivi. A Medellin, ancora in Colombia, il 24 dicembre del 1999 venne freddato il centrocampista dell'Atletico Nacional, Juan Guillermo Villa. Gli assassini sembra fossero interessati alla sua automobile. E non mancano i direttori di gara. A Cali, nel settembre 1999, venne ucciso un arbitro con colpi d'arma da fuoco dopo una partita amatoriale. Dieci anni prima, a Medellin, era stato ucciso l'arbitro professionista Alvaro Ortega dopo un match di campionato. Dell'assassinio vennero accusati sempre i narcotrafficanti.