I bianconeri non sono riusciti a capitalizzare una doppietta di Matri e non sono andati oltre il 2-2 contro i rossoblù: Marco Rossi e Caracciolo hanno spento i sogni di gloria di Pirlo e compagni. Solo 5' per Del Piero, ma lo stadio è con lui.
Tra qualche mese, Antonio Conte potrebbe trovarsi a maledire una serata come questa: il Genoa ha impedito alla Juventus di provare la fuga, tornando a casa da Torino con un prezioso 2-2 maturato a cinque minuti dal termine dell'incontro, quando ormai tutto lo Juventus Stadium stava pregustando la vittoria ed un sabato notte condito dal primo posto solitario. Intendiamoci: prima da sola, la squadra bianconera, lo sarà almeno sino a domenica pomeriggio (con un punto di vantaggio sull'Udinese), ma il fischio finale dell'arbitro Romeo ha lasciato l'amaro in bocca a tutto l'ambiente, pervaso piuttosto dalla sensazione di avere sprecato una grandissima occasione.
Proprio così, perché il Genoa non ha rubato nulla e un successo, per la Juventus, avrebbe rappresentato un colpo da non sottovalutare contro una squadra tignosa, capace di recuperare per due volte lo svantaggio e in grado anche di colpire una traversa con Merkel prima di sigillare il 2-2. I bianconeri hanno assaporato la vittoria grazie alla doppietta di Alessandro Matri, ma prima Marco Rossi quindi Andrea Caracciolo hanno spento i sogni di gloria - e di fuga - della Signora. Pirlo, ancora una volta eccellente, così come ancora una volta fatali alla Juventus sono state le disattenzioni di Chiellini e la scarsa vena realizzativa di Vucinic. Il quale, in questa fase bianconera, rappresenta per Matri un po' quello che, quindici anni fa, era Alen Boksic per Alessandro Del Piero: un assit man, potenza e movimento, ma non certo un goleador.
Già, Del Piero. Conte gli ha fatto giocare solo gli ultimi minuti. Eppure, sugli spalti i cori e gli striscioni sono stati tutti per lui. Non è piaciuta, ai tifosi bianconeri, l'uscita di Andrea Agnelli: in settimana il presidente bianconero, davanti all'assemblea degli azionisti, lo aveva pre-pensionato. Lo Juventus Stadium non ha gradito, forse più per l'impressione di lesa maestà che per altro.
Tra qualche mese, Antonio Conte potrebbe trovarsi a maledire una serata come questa: il Genoa ha impedito alla Juventus di provare la fuga, tornando a casa da Torino con un prezioso 2-2 maturato a cinque minuti dal termine dell'incontro, quando ormai tutto lo Juventus Stadium stava pregustando la vittoria ed un sabato notte condito dal primo posto solitario. Intendiamoci: prima da sola, la squadra bianconera, lo sarà almeno sino a domenica pomeriggio (con un punto di vantaggio sull'Udinese), ma il fischio finale dell'arbitro Romeo ha lasciato l'amaro in bocca a tutto l'ambiente, pervaso piuttosto dalla sensazione di avere sprecato una grandissima occasione.
Proprio così, perché il Genoa non ha rubato nulla e un successo, per la Juventus, avrebbe rappresentato un colpo da non sottovalutare contro una squadra tignosa, capace di recuperare per due volte lo svantaggio e in grado anche di colpire una traversa con Merkel prima di sigillare il 2-2. I bianconeri hanno assaporato la vittoria grazie alla doppietta di Alessandro Matri, ma prima Marco Rossi quindi Andrea Caracciolo hanno spento i sogni di gloria - e di fuga - della Signora. Pirlo, ancora una volta eccellente, così come ancora una volta fatali alla Juventus sono state le disattenzioni di Chiellini e la scarsa vena realizzativa di Vucinic. Il quale, in questa fase bianconera, rappresenta per Matri un po' quello che, quindici anni fa, era Alen Boksic per Alessandro Del Piero: un assit man, potenza e movimento, ma non certo un goleador.
Già, Del Piero. Conte gli ha fatto giocare solo gli ultimi minuti. Eppure, sugli spalti i cori e gli striscioni sono stati tutti per lui. Non è piaciuta, ai tifosi bianconeri, l'uscita di Andrea Agnelli: in settimana il presidente bianconero, davanti all'assemblea degli azionisti, lo aveva pre-pensionato. Lo Juventus Stadium non ha gradito, forse più per l'impressione di lesa maestà che per altro.