Con la "rosa" attuale ci sarebbe forse la possibilità di mandare in campo una squadra probabilmente più equilibrata e protetta e in grado di adattarsi meglio alle qualità tecniche, tattiche e fisiche dei giocatori giallorossi
ROMA - Quando si dice che un allenatore duttile è in grado di adattare i propri calciatori al tipo di gioco da mettere in pratica. Anche nella partita contro il Parma, la Roma si è schierata con il solito 4-3-3 (l'unico modulo che Zeman ama e che adotta da oltre 20 anni senza modificare nulla). Con la "rosa" attuale (e sottolineiamo attuale) ci sarebbe forse la possibilità di mandare in campo una squadra probabilmente più equilibrata e protetta e in grado di adattarsi meglio alle qualità tecniche, tattiche e fisiche dei giocatori giallorossi. Evitando le delusioni inanellate finora. Una squadra che sulla carta somiglia molto al Napoli, solo per fare un esempio. Si può ipotizzare una Roma con il 3-4-2-1, eccola: Marquinhos-Burdisso-Castan (difesa a tre) - Florenzi-Pjanic-De Rossi-Balzaretti (linea di centrocampo a quattro, con i due esterni veloci in grado di attuare fase offensiva e difensiva e contemporaneamente con forza e qualità nel mezzo, grazie a Pjanic e De Rossi) - Lamela-Totti alle spalle di Osvaldo (con Totti e Lamela liberi entrambi di muoversi lungo tutto il fronte d'attacco, senza costringere il giovane talento argentino sulla fascia destra). Un tipo di formazione che usano molti allenatori in serie A. Certo, Zeman è ben pagato per fare e decidere (nessuno lo discute), ma uno dei suoi limiti è quello di non sapere o volere modificare la squadra in corso d'opera e in base alle qualità dei giocatori a disposizione. Dite la vostra: la Roma con il 3-4-2-1 e con questi giocatori è più affidabile di quella con il 4-3-3 attuale? E se sì, perché Zeman, allenatore esperto, non prova a mettersi in discussione (o forse è troppo tardi) e non usa la necessaria elasticità per modificare le sue "storiche" convinzioni e cercare di migliorare gioco e risultati della Roma?
ROMA - Quando si dice che un allenatore duttile è in grado di adattare i propri calciatori al tipo di gioco da mettere in pratica. Anche nella partita contro il Parma, la Roma si è schierata con il solito 4-3-3 (l'unico modulo che Zeman ama e che adotta da oltre 20 anni senza modificare nulla). Con la "rosa" attuale (e sottolineiamo attuale) ci sarebbe forse la possibilità di mandare in campo una squadra probabilmente più equilibrata e protetta e in grado di adattarsi meglio alle qualità tecniche, tattiche e fisiche dei giocatori giallorossi. Evitando le delusioni inanellate finora. Una squadra che sulla carta somiglia molto al Napoli, solo per fare un esempio. Si può ipotizzare una Roma con il 3-4-2-1, eccola: Marquinhos-Burdisso-Castan (difesa a tre) - Florenzi-Pjanic-De Rossi-Balzaretti (linea di centrocampo a quattro, con i due esterni veloci in grado di attuare fase offensiva e difensiva e contemporaneamente con forza e qualità nel mezzo, grazie a Pjanic e De Rossi) - Lamela-Totti alle spalle di Osvaldo (con Totti e Lamela liberi entrambi di muoversi lungo tutto il fronte d'attacco, senza costringere il giovane talento argentino sulla fascia destra). Un tipo di formazione che usano molti allenatori in serie A. Certo, Zeman è ben pagato per fare e decidere (nessuno lo discute), ma uno dei suoi limiti è quello di non sapere o volere modificare la squadra in corso d'opera e in base alle qualità dei giocatori a disposizione. Dite la vostra: la Roma con il 3-4-2-1 e con questi giocatori è più affidabile di quella con il 4-3-3 attuale? E se sì, perché Zeman, allenatore esperto, non prova a mettersi in discussione (o forse è troppo tardi) e non usa la necessaria elasticità per modificare le sue "storiche" convinzioni e cercare di migliorare gioco e risultati della Roma?