B COME BARONE. 22 punti messi insieme dopo undici giornate. Mai era partito così bene il tecnico boemo nella serie cadetta. Gli abruzzesi, terzi in classificano, ricordano molto i rossoneri che nella stagione 90/91 centrarono una storica promozione in A
Come ai tempi di Zemanlandia. Anzi, meglio. Mai era partito così bene Zdenek Zeman in serie B: i 22 punti messi insieme dopo undici giornate sono il suo record. E sono zucchero per i tifosi del Pescara. L'anno della promozione del Foggia, stagione 90/91, partì con 20 punti (sei vittorie, due pareggi e una sconfitta). Venti gol segnati e nove subiti. Come correva quella squadra. Questo Pescara anche di più. I ventisette gol già segnati gli danno l'attacco migliore del campionato, sette in più di quelli firmati Baiano, Signori, Rambaudi & Co. Rispetto all'avvio di ventuno anni fa la media gol a partita è cresciuta da 1,76 a 2,45.
Solo numeri, si dirà, ma i numeri raccontano bene le storie di calcio. E quella di Zeman al Pescara è una bella storia, nata da una intuizione d'estate di Peppe De Cecco, il presidente del club abruzzese, e andata avanti con i gol di Immobile e Sansovini (ne hanno buttati dentro quindici in due) e il talento di Insigne, uno che proprio Zeman ha svezzato l'anno scorso a Foggia, che con la maglia biancazzurra addosso sta facendo collezione di 7 in pagella e che tra un paio di stagioni vedrete fisso in serie A. Ad incantare. "Qui mi diverto" ripete Zeman tutte le volte che gli chiedono come sta andando. Finalmente lontano dalle ombre del passato, la storia del doping, la rivalità con Moggi, le ascese e le cadute e quella etichetta di dover essere personaggio a tutti i costi. Anche suo malgrado.
Pescara gli ha riacceso la voglia, la fiamma e ancora quelle sigarette a cui proprio non riesce a rinunciare. E Pescara si è innamorata di lui, come non capitava dai tempi di Galeone. Lui ricambia, lo fa attraverso la squadra, perchè all'Adriatico, ogni volta, è uno show: cinque vittorie consecutive, quindici gol fatti e, soprattutto, quella sensazione fortissima di andare allo stadio per divertirsi. Davvero.
Il Pescara è terzo. Magari non avrà la solidità del Torino e del Padova che gli stanno davanti o lo spessore della Sampdoria che, prima o poi, dovrà pur cominciare a fare sul serio. E la serie B, lo sanno tutti, lo sa specie lui, Zeman, è un campionato troppo lungo e troppo duro per poter immaginare oggi quello che potrebbe essere tra un paio di mesi, figuriamoci a giugno. Ma alzi la mano chi non sta pensando adesso che i biancazzurri possano continuare a essere in alto. Molto in alto. Perchè a Zemanlandia funziona così: tutti i sogni sono autorizzati.
Come ai tempi di Zemanlandia. Anzi, meglio. Mai era partito così bene Zdenek Zeman in serie B: i 22 punti messi insieme dopo undici giornate sono il suo record. E sono zucchero per i tifosi del Pescara. L'anno della promozione del Foggia, stagione 90/91, partì con 20 punti (sei vittorie, due pareggi e una sconfitta). Venti gol segnati e nove subiti. Come correva quella squadra. Questo Pescara anche di più. I ventisette gol già segnati gli danno l'attacco migliore del campionato, sette in più di quelli firmati Baiano, Signori, Rambaudi & Co. Rispetto all'avvio di ventuno anni fa la media gol a partita è cresciuta da 1,76 a 2,45.
Solo numeri, si dirà, ma i numeri raccontano bene le storie di calcio. E quella di Zeman al Pescara è una bella storia, nata da una intuizione d'estate di Peppe De Cecco, il presidente del club abruzzese, e andata avanti con i gol di Immobile e Sansovini (ne hanno buttati dentro quindici in due) e il talento di Insigne, uno che proprio Zeman ha svezzato l'anno scorso a Foggia, che con la maglia biancazzurra addosso sta facendo collezione di 7 in pagella e che tra un paio di stagioni vedrete fisso in serie A. Ad incantare. "Qui mi diverto" ripete Zeman tutte le volte che gli chiedono come sta andando. Finalmente lontano dalle ombre del passato, la storia del doping, la rivalità con Moggi, le ascese e le cadute e quella etichetta di dover essere personaggio a tutti i costi. Anche suo malgrado.
Pescara gli ha riacceso la voglia, la fiamma e ancora quelle sigarette a cui proprio non riesce a rinunciare. E Pescara si è innamorata di lui, come non capitava dai tempi di Galeone. Lui ricambia, lo fa attraverso la squadra, perchè all'Adriatico, ogni volta, è uno show: cinque vittorie consecutive, quindici gol fatti e, soprattutto, quella sensazione fortissima di andare allo stadio per divertirsi. Davvero.
Il Pescara è terzo. Magari non avrà la solidità del Torino e del Padova che gli stanno davanti o lo spessore della Sampdoria che, prima o poi, dovrà pur cominciare a fare sul serio. E la serie B, lo sanno tutti, lo sa specie lui, Zeman, è un campionato troppo lungo e troppo duro per poter immaginare oggi quello che potrebbe essere tra un paio di mesi, figuriamoci a giugno. Ma alzi la mano chi non sta pensando adesso che i biancazzurri possano continuare a essere in alto. Molto in alto. Perchè a Zemanlandia funziona così: tutti i sogni sono autorizzati.