Segnano Menez e Obi, colpiscono i legni El Shaarawy e Icardi. La gara del ritorno di Mancini a Milano termina in pareggio: le milanesi non tengono il passo di Juve e Roma
Inzaghi scappa, Mancini lo raggiunge. Il derby finisce pari e in fondo è giusto così. Il Milan, in vantaggio nel primo tempo con un destro morbido e perfetto di Menez sottomisura, si illude di poter arrivare a tre punti dal terzo posto del Napoli. L’Inter, che rispetto a Mazzarri è migliorata sul piano dell’intensità ma deve fare tanta strada per assomigliare alla squadra spregiudicata che vuole Mancini, ha il merito e la forza di non arrendersi dopo un primo tempo senza qualità e pareggia con l’uomo che, con un errore a centrocampo, aveva favorito il vantaggio rossonero: Obi. Il centrocampista, infatti, pareggia con un tiro dal limite, angolato e maligno: Essien non riesce a chiudere, Diego Lopez non ci arriva.
Il pari, va detto, non esalta nessuno. Il Milan resta a quattro punti dal terzo posto, l’Inter a cinque. Ma la stagione è lunga. Quello che preoccupa è la qualità delle due squadre. Il Milan gioca con tanti attaccanti, affidandosi alle ripartenze, ma dopo la rete di Menez, la quinta in campionato, dovrebbe approfittare del vantaggio e invece nella ripresa pensa a gestire il risultato consegnando, progressivamente, la partita nelle mani dell’Inter. I nerazzurri, all’inizio, mostrano il lato peggiore: più intensità rispetto ai tempi di Mazzarri, ma stesso numero impressionante di errori. La difesa è ballerina, il centrocampo di bassa qualità nonostante la buona partita di Kuzmanovic. Kovacic, in linea con Palacio, dietro Icardi nel 4-3-2-1, è piuttosto macchinoso. Però il gol di Obi dà coraggio ai nerazzurri. Nel finale entrambe le squadre, allungandosi, provano a vincere. Ma l’1-1 resta incollato sino all’ultimo respiro di un derby in tono minore. (Corriere della sera)
Inzaghi scappa, Mancini lo raggiunge. Il derby finisce pari e in fondo è giusto così. Il Milan, in vantaggio nel primo tempo con un destro morbido e perfetto di Menez sottomisura, si illude di poter arrivare a tre punti dal terzo posto del Napoli. L’Inter, che rispetto a Mazzarri è migliorata sul piano dell’intensità ma deve fare tanta strada per assomigliare alla squadra spregiudicata che vuole Mancini, ha il merito e la forza di non arrendersi dopo un primo tempo senza qualità e pareggia con l’uomo che, con un errore a centrocampo, aveva favorito il vantaggio rossonero: Obi. Il centrocampista, infatti, pareggia con un tiro dal limite, angolato e maligno: Essien non riesce a chiudere, Diego Lopez non ci arriva.
Il pari, va detto, non esalta nessuno. Il Milan resta a quattro punti dal terzo posto, l’Inter a cinque. Ma la stagione è lunga. Quello che preoccupa è la qualità delle due squadre. Il Milan gioca con tanti attaccanti, affidandosi alle ripartenze, ma dopo la rete di Menez, la quinta in campionato, dovrebbe approfittare del vantaggio e invece nella ripresa pensa a gestire il risultato consegnando, progressivamente, la partita nelle mani dell’Inter. I nerazzurri, all’inizio, mostrano il lato peggiore: più intensità rispetto ai tempi di Mazzarri, ma stesso numero impressionante di errori. La difesa è ballerina, il centrocampo di bassa qualità nonostante la buona partita di Kuzmanovic. Kovacic, in linea con Palacio, dietro Icardi nel 4-3-2-1, è piuttosto macchinoso. Però il gol di Obi dà coraggio ai nerazzurri. Nel finale entrambe le squadre, allungandosi, provano a vincere. Ma l’1-1 resta incollato sino all’ultimo respiro di un derby in tono minore. (Corriere della sera)